Wednesday, May 31, 2006

Senza il partito l’alternativa sono i Caraibi

Il centro sinistra canta vittoria. Sollecitato e stimolato dalla grande stampa compiacente. L’obiettivo non è quello di affermare che Silvio Berlusconi ha fallito la spallata contro il governo di Romano Prodi ma di isolare il Cavaliere all’interno del centro destra. E creare le condizioni per una spaccatura dell’opposizione che preluda e provochi l’uscita di scena dell’ex presidente del Consiglio. Non si tratta di una novità. Questa è la strategia politica che il centro sinistra porterà avanti nei confronti del centro destra per tutta la durata della legislatura. [leggi per intero]

Elogio degli apatici determinanti

Tutto secondo le previsioni nelle amministrative di domenica? Niente affatto. Perché le previsioni che davano per acquisite le vittorie del centro destra in Sicilia ed a Milano e quelle del centro sinistra a Roma, Napoli e Torino non tenevano affatto conto del calo di oltre venti punti di affluenza alle urne rispetto alle ultime elezioni politiche. Che è il dato politico più rilevante della tornata elettorale. Si dirà che la drastica riduzione della partecipazione al voto non cambia i risultati. E che gli assenti hanno sempre torto. [leggi per intero]

Monday, May 29, 2006

Una sfilata di parte da disertare

Sarà una parata “diversa” quella che si svolgerà il 2 giugno a via dei Fori Imperiali. Come ha spiegato uno degli organizzatori, le Forze Armate sfileranno dando più visibilità alla “parte non armata”. Non ci saranno i mezzi blindati, né quelli moderni, né quelli storici. Non figureranno i reparti a cavallo. Scompariranno le divise storiche, quelle che l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi aveva voluto riesumare in nome della continuità della Patria dal Risorgimento alla Repubblica. Non ci saranno gli aerei dell’Aeronautica Militare ma solo le Frecce Tricolori della Pattuglia Acrobatica che passeranno all’inizio ed alla fine della manifestazione sopra il centro di Roma. [leggi per intero]

Friday, May 26, 2006

Dalla “Corrida” siamo passati a “Scherzi a parte”

Per cinque anni di seguito il centro sinistra ha contestato il centro destra definendo i suoi rappresentanti al governo degli incapaci e dei dilettanti allo sbaraglio. In molti casi l’accusa era strumentale. In altri aveva fondamento. Ma a pochi giorni dalla nascita del governo di sinistra-centro di Romano Prodi è fin troppo chiaro che è il paese è finito dalla padella nella brace. I presunti esperti, i tanto decantati capaci, i migliori per antonomasia, i perfetti per scienza infusa e diritto divino, quelli che avrebbero dovuto raddrizzare in un colpo solo la barca mandata a picco dal Cavaliere e dalla sua banda di “sfessati”, hanno subito dato prova di profonda ed inguaribile incapacità e cialtronaggine. [leggi per intero]

Thursday, May 25, 2006

Tutto il potere alla sinistra di Villa Arzilla

A tutti auguriamo tanti altri anni di buona salute. Ma Giorgio Napolitano ha più di ottant’anni, Franco Marini più di settanta, Fausto Bertinotti, che poi è il più giovane, ha superato i sessantacinque, Romano Prodi marcia verso i settanta. Ed i testimoni più rappresentativi che la sinistra ha scelto per entrare a piedi uniti nel mondo del calcio, quello che più colpisce ed interessa l’opinione pubblica del paese, marciano con grande vigore verso quota ottanta. Guido Rossi, il commissario straordinario della Figc, ha superato i 75 anni e Francesco Saverio Borrelli, il mitico capo del Pool di Mani Pulite cammina verso i 77. [leggi per intero]

Tuesday, May 23, 2006

La comica finale del centro sinistra

Il fronte del no è partito all’assalto. No al Ponte di Messina, no all’Alta velocità, no alla legge Biagi, no alla legge Gasparri, no alle missioni militari ovunque esse siano, dall’Iran all’Afghanistan, no alla parata del 2 giugno. A tutti questi no, che testimoniano il fermo proposito di fare piazza pulita di tutte le iniziative, compiute o solo avviate, del centro destra, dovrebbero corrispondere altrettanti sì. Che fare al posto del Ponte di Messina sul terreno delle grandi infrastrutture? Come sostituire o modificare la legge Biagi? A chi vendere i pezzi della Rai messi in libertà dalla eventuale abrogazione della Gasparri? [leggi per intero]

Mafia, Mastella ed Economist

Romano Prodi incassa la fiducia del Senato. Grazie a quei senatori a vita che, almeno in teoria, dovrebbero essere al di sopra delle parti. Ma la festa del “professore” è irrimediabilmente rovinata dall’affondo dell’Economist contro il neo Guardasigilli Clemente Mastella. L’accusa del settimanale inglese al leader dell’Udeur di non essere adatto a guidare il dicastero della Giustizia a causa delle sue conoscenze in alcuni ambienti in odore mafioso, non dimostra solo che le campagne dell’Economist contro il governo di centro destra non nascevano da ragioni politiche particolari, ma da un radicato ed insopprimibile pregiudizio anti-italiano. [leggi per intero]

Il governo delle controriforme ed il paese reale

Si fanno scommesse sulla durata del governo della restaurazione. E, sulla base della considerazione che un eccesso di debolezza può diventare il mastice inattaccabile per la lunga tenuta di una coalizione che in caso di caduta non ha alternative diverse dal ritorno alle urne, si prevede che il Prodi bis andrà avanti almeno per buona parte della legislatura. La considerazione è realistica. Tanto più che alla debolezza strutturale della maggioranza corrisponde una debolezza identica, se non addirittura maggiore, dell’opposizione. Ma non tiene conto di un fattore che può entrare in campo e sconvolgere tutte le previsioni politiche. [leggi per intero]

Thursday, May 18, 2006

L’inizio nel verso sbagliato

Contro il vento giustizialista che torna a sibilare sul Paese, “L’opinione” aderisce all’iniziativa lanciata da Mauro Mellini di dedicare un giorno alla memoria del “caso Tortora”. E pubblica un ampio inserto per ricordare una vicenda che viene giustamente considerata come il primo grande esempio di intreccio perverso tra media e magistratura ed il simbolo stesso della “giustizia ingiusta” che da decenni si consuma nel nostro Paese. La scelta di usare la memoria del “caso Tortora” per riaprire la “questione giustizia” non è il frutto di una sorta di nostalgia per le giuste e sacrosante battaglie di libertà del passato. [leggi per intero]

Wednesday, May 17, 2006

La Cdl e le conseguenze del neo-proporzionalismo

Il problema della Cdl non è di evitare di dividersi sul comportamento da adottare nei confronti del nuovo Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ormai la partita del Quirinale si è chiusa. Il successore di Carlo Azeglio Ciampi si è insediato. E non ha alcun senso continuare a discutere se l’ex leader migliorista del Pci avrà la forza e la capacità di rispettare la promessa di essere al di sopra delle parti o se, invece, si troverà costretto ad essere l’espressione della sola maggioranza che lo ha votato. Il problema della Cdl, preso atto che il centro sinistra ha fatto piazza pulita delle principali cariche dello Stato e che riaffermare questa verità politica non comporta minimamente mettere in discussione il rispetto dovuto ai rappresentanti istituzionali, è di fissare la linea politica da contrapporre al prossimo governo di Romano Prodi. [leggi per intero]

La spinta giustizialista di Piedi Puliti

Parte male la legislatura dell’Unione. Non tanto per il pessimo spettacolo di accaparramento istituzionale offerto con la rigida applicazione del manuale Cencelli per la spartizione delle tre massime istituzionali. E neppure per l’evidente e stridente corrispondenza esistente tra le difficoltà trovate da Romano Prodi nella formazione del governo e le profonde contraddizioni politiche e programmatiche esistenti tra le diverse forze presenti nella coalizione. La pessima partenza dipende da una causa accidentale, assolutamente non prevista. Ed è lo scandalo del calcio. [leggi per intero]

Tuesday, May 16, 2006

Opposizione dura, morbida o neo-liberale?

Opposizione dura od opposizione morbida? Di piazza o parlamentare? Chiusa o dialogante? Pregiudiziale o responsabile sui temi di interesse nazionale? Nei giorni che seguono la rigida lottizzazione delle istituzioni da parte del centro sinistra arrogantemente “autosufficiente” e che precedono i voti di fiducia delle Camere al prossimo governo di Romano Prodi, il centro destra discute sulla linea da seguire nei confronti degli antagonisti. E, naturalmente, tende a dividersi, a seconda delle diverse strategie dei partiti che formano la Cdl. La Lega predica l’opposizione dura ed intransigente. Alleanza Nazionale condivide a parole ed evoca addirittura la mobilitazione della piazza ma, sul piano parlamentare, come dimostrato dalla vicenda presidenziale, lascia intravedere possibilità di confronto e di dialogo. [leggi per intero]

Il dilemma del leader “massimo”

Adesso, il “pover uomo”, si dovrà riconsolare con la Farnesina, magari abbinata con la vicepresidenza del Consiglio e con l’esclusione di Piero Fassino dalla compagine ministeriale per avere il ruolo di capo delegazione Ds al governo. Ma per Massimo D’Alema si tratterà di una ben magra consolazione. Ha dovuto fare un passo indietro in nome della solidarietà di coalizione quando Fausto Bertinotti si è impuntato sulla presidenza della Camera e Romano Prodi ha voluto mantenere l’asse preferenziale realizzato a suo tempo con il leader di Rifondazione Comunista, ed è stato costretto a compiere un secondo passo indietro quando si è reso conto che una parte del centro sinistra non lo avrebbe sostenuto nella sua corsa al Quirinale, e che le defezioni dei propri alleati non sarebbero state rimpiazzate dai voti sottobanco di una parte del centro destra. [leggi per intero]

Wednesday, May 10, 2006

Il danno ridotto di Napolitano

Tutto lascia credere che anche la candidatura di Giorgio Napolitano sia destinata a tramontare. Per il “no” di Silvio Berlusconi ad un candidato considerato non al di sopra delle parti. Ma se il senatore a vita riesce a spuntarla e a diventare Presidente della Repubblica, deve ringraziare la teoria della “riduzione del danno”. Cioè il principio del “Gesù non peggio!”. O, più precisamente, la tesi secondo cui è meglio la “padella Napolitano“ piuttosto che la “brace D’Alema”. Insomma, se l’eterno prudente ex leader dei “miglioristi” del Pci-Pds-Ds riesce a salire al Quirinale anche con l’assenso di una parte dell’opposizione, deve ringraziare il timor panico suscitato nel centro destra (ma anche nel centro sinistra) da Massimo D’Alema. [leggi per intero]

Tuesday, May 09, 2006

Solo prettattica la candidatura di Napolitano

E’ solo pretattica la candidatura di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica. La mossa serve a verificare il grado di compattezza della Cdl. In particolare a vedere se An ed Udc sono pronti a sganciarsi ed a rompere con Silvio Berlusconi e la Lega. Inoltre è diretta a coprire la candidatura di Massimo D’Alema e ad impedire che una serie di votazioni a vuoto sul suo nome lo possano mettere definitivamente fuori gioco. Naturalmente non è da escludere in linea di principio, come ieri auspicato a parole dallo stesso D’Alema e da Romano Prodi, che per una bizzarra combinazione Napolitano riesca a spuntarla nelle votazioni di oggi. Ma si tratta di una ipotesi di scuola. [leggi per intero]

Monday, May 08, 2006

D’Alema, la fantapolitica e l’autosufficienza

Di fronte al risultato elettorale che registra l’esistenza di un paese spaccato esattamente a metà, il buon senso spingerebbe a trovare una soluzione condivisa per il Quirinale e condivisa e temporanea per palazzo Chigi. Allo scopo di tentare la ricucitura dell’unità nazionale attraverso la suprema carica dello stato e la formazione di un governo istituzionale incaricato di modificare la legge elettorale responsabile dello stallo attuale, di realizzare alcune misure economiche indispensabili ed urgenti e di preparare il ritorno alle urne nella primavera del prossimo anno. [leggi per intero]

Friday, May 05, 2006

L’alternativa è tra accordo e Aventino

Il “metodo Ciampi” avviato da Romano Prodi e Silvio Berlusconi è sicuramente un buon metodo. Ma per funzionare ha bisogno di un Ciampi. Cioè di un personaggio che sia o un padre della patria e simbolo dell’unità nazionale come è diventato nei sette anni passati l’attuale Capo dello Stato, oppure un personaggio non troppo marcato in termini politici per poter essere spacciato per potenziale “super partes“, come era il Presidente della Repubblica prima di salire al Quirinale. C’è da qualche parte un tizio che risponde a questo doppio identikit? Per quanto riguarda la capacità di rappresentare fisicamente l’unità del Paese, non sembra che ci sia nessuno (ovviamente con l’esclusione del solito Ciampi) in possesso di un requisito del genere. [leggi per intero]

Thursday, May 04, 2006

Il “lavoro sporco” per conto della Quercia

Apparentemente il gioco è semplice. Basta che l’Unione accetti la proposta della Cdl che Carlo Azeglio Ciampi non potrà non accettare la riconferma, per indicazione unanime, alla Presidenza della Repubblica. Ma dietro questa semplicità si nasconde un pericolo gigantesco. Basta che uno solo dei partiti del centro sinistra faccia trapelare perplessità, riserve e malumori per il secondo mandato di Ciampi che l’attuale Capo dello Stato decida di rinunciare al secondo mandato. Ma chi se la sente all’interno dell’Unione di fare lo sgambetto al Presidente che sulla sua persona è riuscito a ricostruire quell’unità di tutti gli italiani mandata malamente all’aria dal suo predecessore? [leggi per intero]

Wednesday, May 03, 2006

Le strategie obbligate dei due poli

Romano Prodi ha scelto la linea dura. Non tratta con il centro destra con la scusa che Silvio Berlusconi ancora non ha riconosciuto la vittoria di misura dell’Unione. E, dopo aver fatto man bassa delle presidenze di Camera e Senato, punta apertamente a conquistare anche il Quirinale. Senza dialogo di sorta con l’opposizione o applicazione del cosiddetto “metodo Ciampi” che dir si voglia. La ragione non è l’arroganza del potere. Ma la paura di perderlo. [leggi per intero]

Tuesday, May 02, 2006

Ma non serve un esecutivo senza maggioranza

Ai “quadrati” democristiani, diceva a suo tempo Giulio Andreotti, manca sempre un lato. E la conferma l’ha avuta ieri al Senato Franco Marini. La prima votazione ha dimostrato che il candidato del centro sinistra alla presidenza di Palazzo Madama non ha potuto contare sul consenso unanime del proprio schieramento politico. Alla seconda Marini aveva quasi raggiunto di un soffio il quorum spuntandola su Giulio Andreotti. Ma l’Unione ha cantato vittoria troppo presto: due schede con sopra scritto Francesco Marini (errore voluto) hanno fatto sì che dovesse venire ripetuta la seconda votazione con una conta bis. Episodio tragicomico che dimostra come non esista nei fatti una maggioranza politica al Senato. [leggi per intero]