Wednesday, May 03, 2006

Le strategie obbligate dei due poli

Romano Prodi ha scelto la linea dura. Non tratta con il centro destra con la scusa che Silvio Berlusconi ancora non ha riconosciuto la vittoria di misura dell’Unione. E, dopo aver fatto man bassa delle presidenze di Camera e Senato, punta apertamente a conquistare anche il Quirinale. Senza dialogo di sorta con l’opposizione o applicazione del cosiddetto “metodo Ciampi” che dir si voglia. La ragione non è l’arroganza del potere. Ma la paura di perderlo. [leggi per intero]

3 Comments:

Blogger celestino ferraro said...

IL GIOCO DELLE TRE TAVOLETTE

Saremmo alle solite, il mondo politico di casa nostra è assillato da un antico dilemma: Ciampi sì, Ciampi no? Maiora premunt e Baffino sta fra le quinte della Repubblica, pronto all’Amleto: “Tous songes sont mensonges”. Gli rammenta dalla buca il suggeritore.
Il Cielo non può attendere, gli anni passano, la vita s’intristisce e la gloria … “Eco di tromba che si perde a valle”.
“Unicuique suum” è il motto dell’Osservatore Romano, unitamente al Non prevalebunt. Sarebbe paradossale se per una pelosa magnanimità democratica, il Presidente della Quercia, rimanesse sotto la mensa del Quirinale attendendo le briciole del ricco Epulone: figurarsi!

Maddai! il tempo è galantuomo, non si sa mai, passata la buriana le cose si aggiusteranno ed anche tu assurgerai ai fasti degli Altari.
Né temerai una Sant’Elena che dei dì che furono ti negherà il sovvenir.
Nossignore! noi siamo fatti così, l’attesa ci snerva e vogliamo tutto e subito.

Il Cavaliere per qualche giorno è sembrato il Branca della situazione, gridava a squarciagola che l’avevano fregato, non sarebbe sceso di sella manco a fucilate: no, no!, non mi disarcioneranno, Bucefalo è mio e guai a chi lo tocca. Un Alessandro Magno l’Arcorese.
Naturalmente sbeffeggiato dai prodi che ben sapevano d’aver vinto la singolar tenzone.

Il gioco s’è fatto duro, i giocatori in campo non rispettano le regole, si calcia contro gli stinchi e l’arbitro finge di non vedere: tanto quello che conta è il fischio finale e il cartellone che segna la vittoria.
“L’è tutto sbagliati, tutto da rifare” borbottava Bartali a’ tempi suoi.
Oggi non è diverso, è non diverso nemmeno il tempo che s’è fermato, i giocatori son sempre gli stessi: Andreotti, presente!; Colombo, presente!; Ciampi, presente!; Cossiga, presente!; Marini, presente!; Bertinotti, presente! Napolitano, presente!; Amato, presente!; De Mita, presente!; Montalcini, presente!., Prodi, presente!; Palmiro, Aldo, presenti in spirito.
Follini?, occupato!, brinda con Tabacci che ce l’ha fatta. Il destino cinico e baro.
Celestino Ferraro

9:43 AM  
Anonymous Anonymous said...

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11:21 PM  
Anonymous Anonymous said...

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