Friday, March 02, 2007

Le difficoltà di maggioranza e opposizione

Sono passati appena dieci mesi da quando si è votato per le elezioni politiche. Ma già si respira aria di fine legislatura. Il governo ha riottenuto per il rotto della cuffia la fiducia al Senato. E l’unico compito che gli stessi esponenti di centro sinistra si sentono di potergli dare è quello di preparare una nuova legge elettorale e portare il Paese al voto. Al di là di qualsiasi valutazione di parte questo è il segno inequivocabile di un fallimento. Gigantesco e clamoroso. E’ fallita la maggioranza che ha vinto con appena ventimila voti di scarto le elezioni. E’ fallita la formula su cui tale maggioranza era stata formata, cioè il sinistra-centro. Ed è fallito l’uomo che questa maggioranza aveva scelto per portare avanti il suo programma e che ha trasformato l’asse privilegiato con la sinistra estrema nel tratto distintivo del proprio governo. Naturalmente Romano Prodi, forte della difficile fiducia di Palazzo Madama e della più semplice fiducia di Montecitorio, ostenta sicurezza.
Ma, forse più di ogni altro, è perfettamente consapevole che d’ora in avanti è un presidente del Consiglio dimezzato. Forse potrà ancora manovrare da Palazzo Chigi per continuare a favorire i poteri forti che lo sostengono, Fiat e Banca Intesa. Ma di avviare una qualsiasi minima riforma non se ne parla nemmeno. Ed anche la possibilità di continuare ad utilizzare il governo come succursale del vecchio Iri non sembra affatto scontata. Il malumore aperto dei Ds per l’eccessiva disinvoltura con cui il presidente del Consiglio pretende di irizzare a proprio vantaggio pezzi della finanza e dell’economia nazionali, costituisce un illuminante semaforo rosso lungo questa strada.
Alla difficoltà di Prodi corrisponde però una difficoltà, sicuramente minore ma altrettanto certa, dell’opposizione. Se il centro destra avesse avuto una concreta ed unitaria proposta di sbocco della crisi, l’esito della vicenda del governo rinviato alle Camere sarebbe stato sicuramente diverso. Può essere che questa difficoltà dipenda dalle differenti posizioni tra i singoli partiti del centro destra sulla riforma elettorale. Ma è fin troppo evidente che fino a quando Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc e Lega continueranno a marciare divisi senza essere in grado di colpire uniti, il governo dimezzato di Prodi non potrà che continuare a sopravvivere. Prima di affrontare con il centro sinistra il tema del nuovo sistema elettorale, quindi, le forze dell’opposizione dovrebbero trovare una posizione comune sulla faccenda. E’ l’unico modo per accelerare i tempi ed arrivare al chiarimento politico generale che il Paese attende come la manna!

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