Wednesday, March 07, 2007

La terra dei matti

Casta di antipatici? Più che altro la sinistra italiana sembra essere una terra di matti. Prendiamo i suoi giornali ed i suoi giornalisti. “Il Riformista”, da quando è diretto da Paolo Franchi ed ispirato da Emanuele Macaluso, si comporta come se si chiamasse “Il Socialista” e fosse l’organo della vecchia corrente migliorista di Giorgio Napolitano. Tanto che il suo ex direttore Antonio Polito, che considera il socialismo morto e sepolto ed è un sostenitore del Partito Democratico, non perde occasione di prendere per i fondelli i suoi successori ed il giornale da lui fondato. In teoria Polito dovrebbe scrivere le sue osservazioni su giornali favorevoli al Pd. Su “Europa”, organo della Margherita. O su “L’Unità”, organo dei Ds. Ma il primo è diretto da Stefano Menichini, che proviene dal “Manifesto” e non vuole avere tra le palle gli snob napoletani che si vestono da inglesi e si sono fatti le ossa a “La Repubblica”. Il secondo da Antonio Padellaro, che non viene dalla sezioni del Pci ma dalla redazione romana del Corriere della Sera. E come tale non sopporta neppure l’odore di chi è stato a scuola da Eugenio Scalfari. Così Polito scrive su “Il Foglio”, giornale dei marxisti-leninisti di destra. Saranno matti, o no? Per togliere i dubbi passiamo a Sanremo. Il vincitore del Festival Simone Cristicchi ha vinto l’ultima edizione con una canzone dedicata ai manicomi ed ai suoi internati dimenticati. Neanche fosse Mario Tobino. Naturalmente si è subito dichiarato di sinistra. E come tale è stato benedetto e osannato. Peccato che negli anni ‘60 c’è stato Franco Basaglia. Che i manicomi siano chiusi da tempo ormai immemorabile. E che tutti i matti non siano più reclusi ma per strada. A chi la da la rosa, allora, il buon Cristicchi? Alla sinistra, alla sinistra!