Friday, March 02, 2007

Appello in favore di Follini

Lasciate perdere Marco Follini. Non insultate Marco Follini. Risparmiate Marco Follini. Non isolate Marco Follini. E' vero, l'ex segretario dell'Udc ha votato in favore di Romano Prodi a dispetto di quanto aveva predicato per anni ed anni. E' vero che lo ha fatto più per fare uno sgarbo a Silvio Berlusconi che per reale adesione ai 12 punti di strizzatura delle vecchie 280 pagine del programma prodiano. Anzi, è ancora più vero che gli è venuta la bella pensata soprattutto per fare uno sgarro a Pierferdinando Casini. Sempre in piena contraddizione con la sua lunga e petulante campagna in favore del neo-centrismo: “Caro Pier, ti credevi che con la crisi era arrivato il momento di realizzare senza di me le larghe intese ! Tiè ! Io faccio la stampella e tu te la prendi in quel posto !”. Insomma, diciamocela tutta. Ci sono mille e più una ragione per prendersela con Follini. Ma ce n'è una, ed una sola, per tenerselo caro. Ed a questa bisogna aggrapparsi per lanciare un appello a lasciarlo indenne ed a non riempirlo di improperi. Anzi, a trasformarlo in un esempio, un modello, un prototipo. Negativo quanto si vuole ma da non criminalizzare in alcun caso. Per non trasformarlo in vittima e nasconderne il valore negativo. Questa ragione è che Follini “se n'è ghiuto e soli ci ha lasciato” come diceva Togliatti. Ma lo ha fatto da solo. Avrebbe dovuto essere il granello che smuove la valanga. Ed invece manco un cane gli si è messo appresso. La sua solitudine, totale ed assoluta, è fin troppo significativa. Seppellirla sotto metri d'improperi sarebbe da stupidi. Se poi non si può proprio fare a meno di prenderlo a male parole, si può sempre ricorrere alla citazione storica rivisitata : “Vile, tu sostieni un governo morto!”.

2 Comments:

Blogger celestino ferraro said...

CHIERICI DI DUE CHIESE
Galli Della Loggia, con il suo stile stringato, tacitiano, tenta di spiegarci le “IMPOSSIBILITÁ” della “Casa della libertà” che la resero fedifraga nei confronti del popolo di centrodestra che pur le aveva concesso il potere con una maggioranza insolita per il Parlamento italiano.

Tutto verissimo, Berlusconi si era assiso a Palazzo Chigi forte di una maggioranza mastodontica.
Sfugge però, all’illustre storico del “Corriere”, che quella maggioranza era costituita da una moltitudine di mercenari oriundi di quella DC che per 50 anni era vissuta in simbiosi di potere con il PCI e, benché apparentemente chierici di due chiese ostili, entrambi avevano dello Stato una concezione pressappoco analoga: una serviva il “Papa” di Mosca, l’atra il Papa di Roma.

Calvino, che si dimise da chierico moscovita, lo fece da quel grande che era: la satira impietosa nella narrazione di “zio Donald” (Togliatti, ufficiale della flotta dell’ammiraglio Drake – Stalin-) che raccontava la storia de “La gran bonaccia delle Antille”.
Racconto corsaro dove i pirati di due marinerie, nell’impossibilità di manovrare per mancanza di vento, erano costretti a guardarsi dalle murate: papisti da un lato e corsari dall’altro, appunto per la gran bonaccia che non permetteva di veleggiare.
Si guardavano dalle murate a giornate intere, fino alla noia della noia, sembra, addirittura (per rompere la monotonia), che fossero giunti al saluto alla voce e a qualche messaggio con le bandierine: l’immobilismo più assoluto per volontà del fato.

Improvvisamente si alza il vento, si riprende la navigazione e pare che la guerra di corsa debba cominciare: nientissimo! Scoppia Tangentopoli e il nemico si disfà ope legis della DC. Ci fu qualche morto ma poca cosa a confronto di una guerra guerreggiata.

Scende in campo il Cavaliere di Arcore (c’è sempre un cavaliere bianco in ogni storia di ribalderie) e quella che sembrava una passeggiata per la “Gioiosa macchina da guerra” occhettiana, si rivelò un disastro per le truppe dell’ex ammiraglio Drake: erano cambiati i tempi.

Restava da domandarsi: ma tutti i colonnelli della DC, orfani di tanti generali caduti sul campo di Tangentopoli, dov’erano confluiti?
Che dubbio c’è: tutti col Cavaliere!
Oscure figure delle sacrestie democristiane, assursero ai fasti della celebrità ed i Fallini (per esempio) si fregiarono sul campo dei paramenti vescovili con i tanti Casini nel capitolo della Congrega. Follini diviene segretario di un partito, vicepresidente del Consiglio, nemico gratuito del centrodestra e del Cavaliere, che rinnegherà, passando poi al nemico in tempi più recenti. Novello Guy de la Motte della “Disfida di Barletta”.

Come avrebbe potuto il centrodestra giovarsi della maggioranza concessa dal popolo per operare virtuosamente in favore dello Stato?

Non è una questione di legge elettorale, di maggioritario o proporzionale o di legge alla tedesca o alla francese, il problema è la qualità degli uomini che fanno parte delle coalizioni. Finché non si ripuliscono le liste elettorali di tutte le scorie che le appesantiscono, mai nessuna riforma potrà essere varata, grande che sia il Kyrielèison che canta sull’altare.
Celestino Ferraro

4:27 AM  
Anonymous facebook emoticon said...

:)

6:53 AM  

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