Friday, March 02, 2007

Quando l'eutanasia è un obbligo

Rilancio? Pit stop? Ripartenza ? Niente di tutto questo. La fiducia sul filo di lana del Senato al governo di Romano Prodi serve solo a congelare la crisi. Nessuno sa bene quando avverrà lo scongelamento. Se tra qualche settimana o qualche mese. Ma tutti sanno che presto o tardi la crisi verrà comunque scongelata. Ed a quel punto l'unica soluzione possibile, visto che quella fondata sull'autosufficienza si è già abbondantemente consumata in questi giorni, sarà quella di un governo d'emergenza destinato a preparare la nuova legge elettorale ed a portare il Paese alle elezioni anticipate.
Nel tentativo di conservare il più a lungo possibile il congelamento della crisi il presidente del Consiglio si è candidato ad essere lui l'artefice della riforma elettorale. Visto che tanto l'attuale governo non è in grado di andare oltre l'ordinaria amministrazione (altro che 12 punti!), Prodi ha cercato di attribuirsi le funzioni del futuro governo d'emergenza e di occuparsi di quella modifica del sistema elettorale che costituisce ormai la principale preoccupazione politica dei partiti e delle istituzioni repubblicane.
La mossa è abile. Ma è ben difficile che al “professore” verrà concessa la possibilità di fare al tempo stesso il Presidente di un esecutivo congelato e d'emergenza. A sbarrargli la strada, oltre l'opposizione, sono soprattutto i suoi alleati. Il dibattito del Senato lo ha dimostrato in maniera lampante. Il gelo dei Ds e Margherita indica che i due partiti hanno iniziato l'operazione di scaricamento del testardo sostenitore della formula di sinistra-centro. E che non hanno alcuna intenzione di mettere il proprio destino nelle sue mani lasciandogli la possibilità di pilotare la riforma elettorale.
In queste condizioni il vero problema del momento è la durata della sopravvivenza di un governo così delegittimato ed azzoppato. Ogni giorno trascorso con un esecutivo in stato comatoso è un giorno perso sulla strada del risanamento e del rilancio dell'economia del Paese. Tirare a lungo con il paziente in stato comatoso, dunque, non è un atto pietoso ma di semplice irresponsabilità. Giulio Andreotti, che è uomo di grande esperienza, dice sempre che è meglio tirare a campare che tirare le cuoia. Ma anche lui incomincia a convincersi che nelle condizioni attuali per il governo della crisi congelata è meglio tirare le cuoia che tirare a campare. E se anche il cattolicissimo Divo Giulio si convince che in questo caso l'eutanasia è un obbligo, vuol dire che non c'è proprio più nulla da fare.

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