Friday, March 02, 2007

Napolitano e le soluzioni precarie

E’ un compito decisamente improbo quello che aspetta il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sulla carta la soluzione della crisi può apparire semplice, quasi banale . Un Prodi-bis identico in tutto e per tutto a quello caduto al Senato riuscirebbe probabilmente ad ottenere la fiducia con il solito voto determinante a Palazzo Madama dei senatori a vita. Per cui nessuno può escludere che il Capo dello Stato possa essere indotto a scegliere la strada meno complicata . Nella convinzione che intanto si risolve il problema contingente e poi si vedrà.
Ma il condizionale in questa circostanza è d'obbligo. Perché Napolitano non sembra disposto ad interpretare il proprio ruolo come quello di un qualsiasi Ponzio Pilato che si lava le mani dei guai politici che gravano sul paese . Ed, al contrario, pare ben deciso , sempre nel rispetto delle prerogative costituzionali, a caricare di una funzione attiva il Quirinale nella ricerca non di una trovata precaria ma di una soluzione concreta e duratura al problema della stabilità del governo .
In questa luce lo sbocco apparentemente più facile della crisi diventa quello più complicato. Perché è fin troppo evidente che un nuovo governo Prodi sorretto dalla stessa maggioranza che si è autoaffondata al Senato avrebbe la forza di vivacchiare per qualche settimana, al massimo qualche mese. E poi cadere di fronte al primo ostacolo di una qualche entità. Come , ad esempio, quello della legge sulle coppie di fatto.
Se i partiti del centro sinistra insistessero allo spasimo su Napolitano nel proporre questa versione del Prodi-bis, il Capo dello Stato non potrebbe non accontentarli. Al momento non esiste alcuna maggioranza alternativa allo schieramento che per un soffio ha vinto le ultime elezioni. Ma , a parte la considerazione che una parte del centro sinistra si rende conto della assoluta improponibilità di una soluzione del genere, Napolitano rischierebbe di venire considerato corresponsabile del pastrocchio. Ed è facile presumere che alla sua prima gestione di una crisi di governo, il Presidente della Repubblica non abbia alcuna intenzione di perdere la faccia e la reputazione per togliere le castagne dal fuoco a Prodi ed ai suoi maldestri alleati. Più facile, allora, immaginare che anche Napolitano punti a favorire un allargamento dell'attuale maggioranza . Ma come ? Con chi? Ed a quali condizioni?
Le difficoltà della crisi sono condensate in questi tre interrogativi . Perché allargare la maggioranza a qualche singolo transfuga del centro destra non sembra impresa facile senza operare una qualche modifica del programma originario del centro sinistra. Nessuno passa dall'altra parte senza incassare un prezzo politico adeguato. E non è un caso che Clemente Mastella, nell'idea di imbarcare Marco Follini , abbia già chiesto all'Unione di rinunciare alla legge sui D.i.c.o. . Così come non è da escludere che qualche altro esponente del centro sinistra possa arrivare a promettere la costruzione del Ponte sullo Stretto pur di catturare Raffaele Lombardo e la sua piccola pattuglia di autonomisti siciliani.
Ma un centro sinistra allargato a Follini ed a Lombardo sarebbe sufficienti garanzie di stabilità ? Quale sarebbe la reazione dei laicisti di sinistra alla rinuncia ai patto di convivenza per accontentare Follini . E quale quella dei Verdi all'idea di affrettare la costruzione del ponte per acquistare il consenso di un paio di senatorio aggiuntivi ? Anche l'ipotesi dell'allargamento ai singoli, dunque , appare aleatoria , un pastrocchio addirittura peggiore di quello del Prodi-bis senza modifiche di sorta. E può Napolitano mettere a cuor leggero la firma sotto una aberrazione di questo tipo?
Certo, l'alternativa, al Prodi-bis ed al Prodi-bis allargato è piazzare la barra della crisi verso il mare aperto , per scaricare Prodi e cercare soluzioni legate a nomi diversi ed a formule più innovative. Dal governo istituzionale a quello di larghe intese, da quello di decantazione a quello di emergenza. Questa sarebbe la strada maestra. Anche per il Quirinale.