Friday, March 02, 2007

La crisi della formula prodiana

Votano i dissidenti, vota Giulio Andreotti folgorato dalla rinuncia ai Dico, vota Oscar Luigi Scalfaro appena risanato. E con ogni probabilità vota anche Rita Levi Montalcini, che si trova in Estremo Oriente e dovrebbe andare negli Stati Uniti ma per l'occasione è disposta a fare il giro più lungo, tornare indietro e fare tappa a Roma. Per non far mancare a Romano Prodi il suo sostegno al momento della fiducia al governo. Non c'è bisogno di calcolare Marco Follini per pronosticare che il governo riuscirà a spuntarla al Senato. Ma lo scontato risultato positivo in termini numerici, non modificherà di una virgola il disastro politico conseguito dall'esecutivo di Romano Prodi. Dalle elezioni ad oggi sono passati appena nove mesi. Ed in questo brevissimo periodo la coalizione di centro sinistra uscita vincitrice per un soffio dalla campagna elettorale, è riuscita nell'impresa miracolistica di perdere più di dieci punti nei sondaggi del consenso del Paese.
Molti minimizzano tale fenomeno sostenendo che per le prossime elezioni c'è tempo. Ed anche in caso di interruzione anticipata della legislatura, Romano Prodi ed i suoi alleati hanno la possibilità di compiere una adeguata azione di recupero. Ma questa tesi non tiene conto della eccezionalità del crollo di consenso subito dal governo nell'arco di nove mesi. E' la prima volta da quando esiste il sistema bipolare ed il maggioritario che la coalizione uscita vincitrice dalle elezioni perde tanta fiducia da parte del proprio elettorato in così poco tempo. Si tratta di un autentico record negativo. E come tale è destinato a non essere dimenticato.
E' possibile (ma non proprio probabile) che nei prossimi mesi la coalizione di governo risalga di qualche punto nei grafici dei sondaggi. Ma quanto è avvenuto non si cancella. E rimane come una ferita aperta le cui conseguenze condizioneranno fatalmente e non poco i risultati delle future elezioni. Il perché di questo disastro dagli effetti anche lontani è tutto nella formula che il presidente del Consiglio ha voluto dare alla propria coalizione. Memore dell'esperienza della legislatura del '96, quando gli venne meno il sostegno della sinistra radicale ed antagonista, Prodi ha realizzato un asse di ferro con quella stessa sinistra nella convinzione che solo in questo modo avrebbe potuto evitare la ripetizione della storia. Il risultato è che i partiti di lotta hanno assunto un ruolo innaturale e determinante nell'azione del governo. E che, grazie alla insoddisfazione ed irritazione della maggioranza degli italiani, la formula degli equilibri più avanzati è entrata inguaribilmente in crisi. Il probabile voto di fiducia dei prossimi giorni non cambia questa realtà. E da qui alla fine anticipata della legislatura il dibattito politico ruoterà attorno ad un unico dilemma. Quando sarà scaricata la sinistra antagonista ?

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

sarà sempre troppo tardi

7:57 AM  

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