Friday, May 20, 2005

Un partito tutto da inventare

Il centro sinistra si lacera sulla proposta di Romano Prodi di una lista unica alle prossime elezioni. E tutto avviene, in maniera clamorosa ed inaspettata, proprio nel momento in cui il centro destra sembra ricompattarsi sulla proposta di Silvio Berlusconi di dare vita ad un partito unico della Cdl. Sembrano passati mesi e mesi da quando a lacerarsi era il centro destra traumatizzato dalla sconfitta nelle elezioni regionali. Ed il centro sinistra mostrava un volto fortemente unitario cementato dall’orgoglio e dalla soddisfazione per il ritorno alla vittoria elettorale. Invece sono passati solo pochi giorni. Ed il quadro si è ribaltato completamente. Ora è l’Unione che si disunisce e di fatto riapre la questione della prpopria leadership, mentre è la Cdl che archivia il dibattito sul leader ed incomincia ad affrontare concretamente il problema della trasformazione di una coalizione in una formazione politica unitaria. [leggi per intero]

7 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Caro Direttore, ecco quello che dovrebbe accadere nel centrodestra, quindi di riflesso anche nel centrosinistra.
Da quando sul mio blog ho lanciato la proposta del partito unico del c.d. molti (elettori di c.d.) mi hanno scritto, sottolinenando il fatto che con un partito unico si andrebbe a perdere l'identità che oggi caratterizza i diversi partiti politici italiani. Superficialmente questa obiezione è vera. Ma solo superficialmente. E' altrettanto vero, infatti, che tutti i membri di uno stesso partito hanno identità individuali diverse. Insomma non sono fatti con lo stampino. Non sono tutti uguali (almeno quelli del centrodestra!). Una fusione di partiti farebbe convivere al loro interno identità diverse, sulla base delle quali poi le elezioni primarie (vere, non come le pagliacciate del centrosinistra) stabiliranno l’identità, l’individuo, la persona che coinvolge e convince di più l’elettorato di centrodestra. Sia per quanto riguarda i candidati ai seggi parlamentari, sia per quanto riguarda il candidato del partito unico del centrodestra alla carica di Premier. C’è qualcuno che per esempio mi ha scritto: “sicuramente non voterei in un partito che abbia tra le sue fila Borghezio”. E allora faccio un esempio concreto, partendo proprio da questa obiezione. Mettiamo il caso che si svolgano le elezioni primarie per i candidati al Parlamento; per il partito unico del c.d. in un collegio di Varese si presentano Borghezio, Gasparri, Miccichè e Tabacci, i quali rispettivamente all’elettorato del centrodestra avranno presentato un programma diverso. Molto probabilmente a Varese prevarrebbe Borghezio, viste le sue posizioni leghiste, il quale porterà avanti all’interno del partito il programma sottoscritto col voto anche dai suoi elettori. Nel caso di un collegio siciliano, invece, quasi sicuramente Miccichè prevarrebbe sugli altri 3 i quali dovranno lavorare per favorire l’elezione del vincitore delle primarie. E lui sarebbe il candidato del partito unico del c.d. in quel collegio che sfiderà il candidato del centrosinistra. Così dovrà funzionare. Borghezio e Miccichè (nel caso in cui risultino eletti nelle elezioni politiche) preserveranno gli interessi dei rispettivi conterranei. E se nello stesso partito militeranno identità diverse non sarà un problema, anzi sarà un arricchimento per le idee da portare avanti a favore dei programmi. Insomma risulterà inutile un’identità di partito. Quello che conterà sarà l’identità di ogni singolo membro di quel partito. Prevarrà la persona, l’individuo, il programma, non il partito. E questa penso sia una grande conquista democratica. Continuo a ripeterlo: negli Usa dove vige un sistema maggioritario-bipartitico i vari partiti non hanno un'identità unica. Sia i membri del Partito Democratico, sia quelli del P. Repubblicano hanno identità tra loro diverse. Per esempio: sulla guerra in Iraq molti deputati e senatori democratici votarono a favore, come alcuni membri dei repubblicani (quelli più isolazionisti) votarono contro. Chi mi viene a raccontare che questa non è vera democrazia?
Quindi, una riforma nel senso della petizione garantirebbe maggiore democrazia e libertà all’interno del partito. Oggi infatti i candidati dei partiti vengono decisi dalle rispettive “spectre”. Non hanno una legittimazione dell’elettorato. Con le elezioni primarie il candidato sarebbe deciso direttamente dagli elettori del c.d. Infine: l'unica identità comune da preservare sarà la salvaguardia dell'interesse degli italiani.
VENITE A FIRMARE LA PETIZIONE: www.idealiberta.ilcannocchiale.it

6:21 AM  
Anonymous Anonymous said...

Caro direttore,
lei ha certamente ragione quando dice che il partito del c.d. è tutto da inventare. Si dovrà fare un passo avanti e uno indietro. Mi spiego meglio: con l'avvento di Forza Italia si è dato un'assaggio del partito contenitore, ma non si ha avuto l'accortezza di gestire il partito in una fase così importante come quella governativa.Non si deve ripetere l'errore. Il nuovo partito dovrà essere un contenitore organizzato, cosa che FI non è stato sempre. Naturalmente il nuovo partito non sarà Berlusconi dipendente e questo già è un vantaggio rispetto a FI. Si dovrà creare un sistema interno che possa coinvolgere tutti gli elettori. Penso ad un sistema a doppio binario con i "simpatizzanti" che saranno coloro i quali parteciperanno alle elezioni (primarie) per decidere i candidati e il Presidente Nazionale(Candidato Premier) e gli iscritti che oltre a partecipare alle primarie, avranno diritto di voto passivo e attivo per tutte le altre cariche del partito, ad esempio il coordinatore politico, il segretario amministrativo, i membri del direttivo.
Quando avremo un partito organizzato e strutturato, ma senza pretese di rifarci al modello partitico della DC o del PCI, allora avremo la stabilità necessaria. Un'altro aspetto è importante: quale modello seguire? Io credo che ci sono solo 2 modelli: americano e inglese. In poche parole, se seguiamo quello americano nel nuovo partito dovremo coinvoilgere anche i Radicali e quello che rimane delle vecche sigle Pri-Pli-Psdi. Se accettiamo il modello inglese, allora dovremo lavorare su due nuove formazioni: una popolare conservatrice (buona parte di FI,AN,UDC) e una liberaldemocratica (RI,Pri,Pli, e l'altra parte di FI). Saluti

1:15 AM  
Anonymous Anonymous said...

Il tema dell'assetto organizzativo per le nuove aggregazioni e' fondamentale per mobilitare nuove risorse tra i cittadini. Ma preliminare a cio', resta il problema della forte disomogeneita' ideologica e porgrammatica tutta interna ai due poli.
Sul sito ho postato una mia interpretazione di queste giravolte (di entrambi i poli). Essendo fallita la eliminazione di Berlusconi per via giudiziaria, ora pressoche' tutto il sistema politico italiano attende la liquefazione di Forza Italia per sparigliare le carte e riaggregarsi con un centro neodemocristiano, e tanti saluti ai sogni di gloria ed egemonia diessina. Certo, Prodi e' un'anomalia nell'anomalia: non ha, di fatto, un partito, e rischia di rappresentare solo se stesso ed il suo stucchevole moralismo .
D'altro canto, non mi entusiasmerei troppo per le sciagure del centrosinistra: Berlusconi ha di fronte a se' un lavoro sull'economia da far tremare le vene ai polsi, e che sia in grado di compierlo e' tutto da dimostrare...

http://phastidio.net/2005/05/20/i-tacchini-ed-il-thanksgiving/

4:44 AM  
Anonymous Anonymous said...

Credo che la politica italiana stia raggiungendo il fondo. Livello bassissimo. Le uniche discussioni sono disquisizioni tattiche. Finte le ideologie, si parlava di programmi. Falliti i programmi, si parlava di idee e valori. Scomparsi quelli, si è giunti a un tatticismo sterile e dannoso per l'Italia.
Gianmario
www.gmariniello.splinder.com

9:11 AM  
Anonymous Anonymous said...

caro direttore,
apprezzo la sua analisi non la chiave di volta che secondo me gira a vuoto. le organizzazioni si strutturano per sopravvivere, e se muta l'ambiente cambiano o muoiono.
ora il partito vecchio stampo, di massa, è veropultroppo permane ancora. ma la vera radice della questione è il sistema politico che premia il 4%. è un paese che pultroppo se ne frega del mercato vero, del liberismo, afflitto da destra e da sinistra dall'ideologia delle poltrone. chi vince cambia i manager anche se capaci. lottizza la rai, acquisisce poteri enormi in campi che dovrebbero essere lasciati liberi dalla politica. ed è logico che se un 4% fa la differenza fra l'averlo questo enorme potere o non averlo, una politica sana moderna e diversa non può esistere. è questione di cedere sovranità se vogliao i partiti allargati, è questione di killer instinct se vogliamo cambiare il sistema e renderlo davvero bipolare. sa direttore cosa le dice un diessino di ferro come me, che il miglior alleato di berlusconi siamo noi, e che il nostro miglior alleato è ad oggi lui. ora ci sono le condizioni per fare ciò che con la bicamerale non si fece, perchè le due maggiori forze o dominano questi processi o muoiono. e li devono dominare alla vecchia maniera, pelo sullo stomaco e patto della crostata o quel che l'è. poi forse i partiti vecchio stampo cambieranno ma solo perchè sarà cambiata la politica. saluti

8:02 AM  
Anonymous Anonymous said...

Mobilitiamoci per Clementina!!!

8:25 AM  
Anonymous Anonymous said...

E dal 20 di questo mese che sto' cercando di mobilitare perlomeno il BlobWorld per la liberazione di Clementina Cantoni, o perlomeno per manifestare tutta la solidarietà a lei ed alla sua famiglia.

Il silenzio delle masse pacifinte ha finalmente svelato la perfidia di questi movimenti, su Indymedia invece di mostrare solidarietà hanno gettato fango su di lei.
Chiedo scusa per il commento assolutamente off topic.

La ringrazio delle spazio concessomi.

Ephrem

5:57 AM  

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