Tuesday, May 17, 2005

Il caso personale di Montezemolo

Un operaio torinese della Fiat costa quanto dieci operai cinesi, vietnamiti, coreani. Quali provvedimenti in favore della competitività il governo avrebbe dovuto varare per colmare un divario di così gigantesca portata? La domanda va girata al presidente della Confindustria, nonché presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, che si lamenta per non essere stato ascoltato quando denunciava lo stato disastroso dell’economia nazionale e chiedeva le elezioni anticipate per porre fine all’agonia. [leggi per intero]

18 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Luchino farà carriera…
La domanda che mi piacerebbe porre al presidente di Confindustria è questa : l’Italia – quella vera, non quella in recessione (e lei che lavora nella fiat e nella ferrari sa usare sicuramente in maniera impeccabile questo termine) né quella perfetta del presidente del Milan – l’Italia, dicevo, dovrebbe partire nel progetto di rilancio dalle “piccole” grandi imprese o dalle “grandi” piccole imprese. Da dove deve iniziare questa fantomatica ripresa? Dagli aiuti pubblici ad un settore in crisi come quello delle auto o dalle sovvenzioni a chi esporta il marchio “made in Italy” nell’ombra?

4:18 AM  
Anonymous Anonymous said...

Ok, ma qual è l'alternatica?Come lo rendiamo competitivo il paese? Aspettando una manna dal cielo? Vorrei, almeno dalla mia parte, più proposte e meno stupidaggini (vedi l'intervista di Miccichè ieri su "il Giornale")

4:26 AM  
Anonymous Anonymous said...

Perfettamente d'accordo. Anche perchè la situazione di montezemolo è a dir poco imbarazzante: si spende in dare ricette per il bene del paese mentre: 1) la Fiat va sempre peggio; 2) persino "la perla della corona", la Ferrari registra dei problemi: il suo 1° posto incontestato in Formula 1 non c'è più; 3) la Stampa vende sempre meno copie, e ora, a Torino, viene data una copia omaggio nei negozi Tim, viene estesa la sezione della Cronaca Cittadina (notoriamente letta da un paese che vuole guardare in avanti) e le buche delle lettere dei torinesi vengono inondate di pubblicità per sottoscrivere abbonamenti.

Insomma: una credibilità intaccabile.

4:31 AM  
Blogger Domenico Naso said...

L'atteggiamento di Montezemolo da quando è a capo di Confindustria è abbastanza chiaro. Luca vuole costruirsi un futuro politico e lo fa nel modo peggiore: con la demagogia.
Da mesi parla di elezioni e di "svolte" non meglio precisate.
Che poi i suoi proclami non c'entrino niente con la crisi economica del Paese, poco importa. BAsta colpire l'opinione pubblica.

5:02 AM  
Anonymous Anonymous said...

capperi: il mio blog fasullo su romano prodi è venuto fuori. E' il mio outing.

Giuseppe: nessun sussidio, nessun incentivo. Un'economia sana non si basa sui sussidi: questi distorcono il mercato e creano più problemi che altro.

Ciò che serve sono:
1) Liberalizzazioni: se pagassimo l'elettricità quanto gli altri paesi europei saremmo già molto più competitivi. Se poi si sommano i costi nascosti di banche (un conto corrente costa 3 o 4 volte quanto costa in Olanda), avvocati, giustizia (nella sua lentezza), commercialisti, etc. Senza fare praticamente nulla avremmo già guadagnato i primi posti della competitività: invece da noi la competitività la vogliono raggiungere per decreto. Siamo al ridicolo.

2) Privatizzazioni: non si liberalizza se non si privatizza. Una volta che nessuno può più mettere le mani sui tesori nascosti (Eni, Enel) la politica dovrà guardare altrove: non trovandone dovrà affamare la bestia.

3) Riforme: giustizia (troppo lenta), scuola e università (fatiscenti, spesso inutili), pensioni e welfare state (è inaudito aumentare la flessibilità se non si introducono misure di welfare to work).

Già con questi passaggi le aziende italiane avrebbero costi del lavoro e generici di molto inferiori. In un ambiente competitivo (un'economia liberale) dove lo stimolo è dato dai profitti (e non dai sussidi) l'economia cresce e si esporta.

Certo che in un paese pieno di rendite, dove aprire una macelleria o fare in taxista conviene più che non fare cinque anni al Politecnico di Torino, è difficile che ci possano essere stimoli agli investimenti. O meglio: l'intelligenza consiglia tutto tranne che fare investimenti produttivi.

Nessuna legge potrà mai obbligare ad investire: una legge può però creare le condizioni ottimali PER investire.
Qui servono un po' di shock reaganiani. aa

5:54 AM  
Anonymous Anonymous said...

per aa: qualche shock argentino? una bella cura da cavallo. Non è facile distinguere reaganismo e 'argentinismo'.
In paesi come Francia etc, e gli stessi USA, non ci saranno sussidi ma sanno ben garantire i loro interessi. La Cina poi ne è maestra.

Su Montezemolo: chi valutava Follini un mediocre navigatore a braccio intuisca la grandezza dei disegni, grandi e di delicata gestione, che coltiva lui o i suoi vicini. Nuovo Polo? nuova Dc? nuovo leader dei moderati nella figura di Luca Cordero. Almeno non è tipo da mettere sindaco il suo medico personale.
E' inevitabile che si finirà per pagare un pò tutti noi italici il peso del guaio FIAT, chiunque vinca..

7:09 AM  
Anonymous Anonymous said...

piccolo anonimo agentino: di reaganismo in Argentina io ne ho visto poco.

1) Lo stato è continuato ad essere enorme: per te tutta la corruzione che ha affossato il paese da dove derivava (unico paese al mondo, tanto per capirci, che assumeva arbitri inglesi nel proprio campionato di calcio: evidentemente non si fidavano di quelli locali).

2) Non sono state fatte le riforme politiche ed economiche necessarie (tra tutti il loro federalismo folle).

Tutti i paesi difendono i loro interessi: ma mettendo dazi o elargendo sussidi non si difendono i propri interessi. Ci si dà solo una bella mazzata sui piedi.

Poi, libero di pensarla come vuoi: d'altronde vediamo i paesi più protezionisti (Germania, Francia) che performance da capogiro che stanno registrando.
aa

7:19 AM  
Anonymous Anonymous said...

La ringrazio direttore per aver fatto pubblicare la petizione di idea Libertà per il partito unico del centrodestra e per un maggioritario al 100% sul sito de L'opinione.
www.idealiberta.ilcannocchiale.it

7:37 AM  
Anonymous Anonymous said...

con i gemelli che garantiscono la linea liberista, io non ho più nulla da dire al mio direttore. perciò mi vado a prendere un caffè e lascio il compito ad aa e m+ :)

7:46 AM  
Anonymous Anonymous said...

AA, se fossimo nel 2001 controfirmerei il tuo programma. Ma siamo nel 2005 e, in un anno, sai benissimo che tutto questo non si può fare. A Berlusconi, per fare la Thatcher, mancano 3 cose :
a. gli alleati;
b. la forza;
c. la caratura.
Questo governo deve mirare, ora come ora, a molto meno : cioè a far pesare un po' di più il portafoglio agli italiani. Solo così invertirà il trend negativo, in atto ormai da troppo tempo. Gli italiani, piaccia o meno, sono un popolo di conservatori,ma invocano a gran voce l'applicazione delle cosiddette "riforme strutturali", che - tuttavia - potranno essere attuate solo dopo un altro trionfo elettorale, con l'inizio di una nuova legislatura. Ora come ora siamo una barca a vela; domani magari monteremo il motore.

8:58 AM  
Anonymous Anonymous said...

Se questa è la barca che si chiama democrazia io mi butta in acqua: la Tatcher non ha vinto per altre due volte dicendo "scusate, ora vi restituisco qualcosa". HA VINTO PROMETTENDO ANCORA PIU' SANGUE!

1) Berlusconi non può fare come la Tatcher soprattutto perchè non ha le palle di Maggie.
2) Il buon manuale di Microeconomia di Stiglitz (tutto detto) diceva che l'economia cresce tanto più questa è libera (ohhh!). Se Crescita economica=maggiore ricchezza, allora a me non sembra tanto difficile: tagliare tutto cosa c'è a vista d'occhio e l'economia riparte. Certo, neppure Stiglitz poteva pensare che un paese potesse mettersi in un pantano come ha fatto l'Italia: fare una manovra come quella che ho proposto io significa perdere almeno due punti di Pil nei prossimi anni: il malato, però, viene curato con un'operazione, non a suon di sedativi.

Quella che tu proponi è l'ennesima finanziaria elettorale: No, no e no.

Le tue parole sono un po' amibigue, quindi sarei con te solo se quando tu dici "far pesare di più il portafoglio degli italiani" tu contemplassi l'introduzione della flat tax. Allora sì che si ragionerebbe: poi B. vada pure a casa, perchè chiunque governi dal 2006 avrà un problema che non sarà più il declino. Sarà trovare un modo per tagliare la spesa pubblica del 10/15%.

Ma tanto non succederà. aa

ps: Krillix, lol.

9:21 AM  
Anonymous Anonymous said...

Siamo (quasi) d'accordo sulla teoria, ma dissentiamo (vistosamente) sulla pratica. Come giustifichi i conti pubblici con l'UE? Lo so, l'idea che all'Europa tutto è dovuto e lei nulla deve dà fastidio. Ma tant'è, qui siamo e con questa realtà dobbiamo confrontarci. Pragmaticamente fossi Silvio cosa faresti? Ricordati che se vuoi sperare di attuare quelle riforme, devi prima restare - o meglio, ritornare - maggioranza.
P.S. Maggie poteva promettere più "sangue", perchè aveva davanti il popolo inglese e perchè visse in un altro contesto storico. Prova a fare un comizio del genere con gli italiani? E poi a presentare una manovra del genere in Europa...Non credo torneresti vivo.

10:03 AM  
Anonymous Anonymous said...

Leggere che "non e' facile distinguere reaganismo da argentinismo" fa cadere le braccia ed altre parti anatomiche. Chi crede che LCdM sia il nuovo leader dei moderati non fa che reiterare un vecchio tic della sinistra: trovarsi un bell'imprenditore, magari "illuminato" e terribilmente trendy (prima di aver messo il logo Fiat sul muso delle Ferrari...) e poi attendere che qualche mirabile atto di concertazione, officiato dal Colle piu' alto, compia l'ennesima trasfusione di valore aggiunto dal lavoro dipendente ai profitti, come accaduto dall'indomani della concertazione del 1993. Ah, naturalmente questo nuovo profitto non sarebbe indirizzato a nuovi investimenti produttivi, bensì a comprare ex monopoli pubblici (mel frattempo diventati monopoli privati) privatizzati dall'illuminato governo progressista di turno senza una vera politica antitrust.
P.S. Berlusconi non riuscira' a far nulla nei prossimi 12 mesi. Troppa e' in lui la pulsione ad essere charmant ed ottimista, non riuscirebbe mai a dire agli italiani che occorre voltare pagina con sangue, sudore e lacrime. Per non parlare dei suoi compagni di strada...

11:04 AM  
Anonymous Anonymous said...

giuseppe:

1) Tagliando a destra e a manca le spese i conti non vanno fuori posto. L'introduzione della flat tax avrebbe comunque effetti solo dal prossimo anno, quindi i conti non andrebbero fuori posto subito (pur ipotizzando una sua subitanea introduzione che è impossibile)

2) In un paese serio chi mira ad andare al governo dice cosa farà. Fare promesse al vento va bene in palestina dove da cinque decenni si continua a dire che tutti torneranno a casa: in Italia io mi aspetterei meno demagogia e più realismo. Tanto più si è seri e tanto più l'elettorato capisce cosa è necessario fare. Non è prospettando paradisi che non si possono realizzare che un paeese può essere governato.
3) Se gli italiani credono che gli spetti di diritto essere ricchi e vivere bene fanno tanto bene a crederlo: tanto più attendono tanto più dura sarà la realtà.

Un politico non deve fare il mago e tirare i conigli fuori dal cilindro: deve definire i problemi, proporre soluzioni e attuarle. Forse è proprio questa categoria a mancare di più in Italia. aa

12:09 PM  
Anonymous Anonymous said...

Sempre lo stesso copine, cambiano gli attori: tutti si lamentano per avere quante più prebende possibili. Bisogna investire nella qualità: non basterebbero 100 decreti sulla competitività per "competere" con i cinesi. 80 euro al mese di stipendio, 7.000 lire al giorno... Si chieda il Montezemolo perchè gli italiani, a parità di prezzo, non comprano Fiat, ma nissan o qualche altra orient-car...
Complimenti, Direttore, per i suoi post, l'ho inserito tra i links del mio blog: www.gmariniello.splinder.com
Gianmario Mariniello

4:19 AM  
Anonymous Anonymous said...

Capisco le tue obiezioni aa, ma - ribadisco - gli italiani alla fin fine votano con il portafoglio. Questo mi sembra un dato lapalissiano.
A questo punto bisogna decidere che strategia attuare.
Bada : non sono sicuramente propenso ad usare i vecchi sistemi democristiani, clientelistici e consociativi, ma - in ottica elettorale - credo sia più opportuno, almeno per ora, non stravolgere immediatamente il sistema, cioè l'assetto globale del nostro regime finanziario con una finanziaria radicale. Ricordandoti che il peggior centrodestra è sempre migliore della miglior sinistra, ti confesso che appoggerò una finanziaria innovativa, di rottura, quando la mia coalizione tornerà, spero nella prossima legislatura, a sedere sui banchi di governo con una nuova "maggioranza stabile".

8:20 AM  
Anonymous Anonymous said...

Perche non:)

9:17 PM  
Anonymous Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

9:19 PM  

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