Duello ingessato, degna conclusione della campagna anomala
Romano Prodi non voleva la conferenza stampa finale del presidente del Consiglio. Ed ha ottenuto che l’appuntamento finale della campagna elettorale venisse annullato. Non voleva che i faccia a faccia televisivi fossero organizzati sul modello di quelli che già si tengono senza tante pastoie a “Porta a porta” ed a “Matrix” nel timore di non riuscire a contenere le tracimazioni dialettiche di Silvio Berlusconi. Ed è riuscito a far fissare tali e tanti paletti, da trasformare quello che avrebbe dovuto essere il primo dei faccia a faccia decisivi della campagna elettorale in una scena fredda e statica da museo delle cere, destinata a lasciare il tempo che trova. [leggi per intero]
1 Comments:
MOLTO RUMORE PER NULLA
Sempre così, i momenti più attesi quando giungono ci deludono immancabilmente. Due i momenti topici del confronto: il primo quando il Professore s’è doluto dell’irriguardoso Cavaliere, il secondo è stato raggiunto sul finale, sempre da Prodi, con la felicità a portata di mano. Se non altro, il Professore, sa essere spiritoso (è il caso di dirlo)
A Berlusconi non sono bastati 180 secondi per ricapitolare la fenomenologia di 1800 giornate di governo, a Prodi 120 secondi sono stati più che sufficienti per evocare la felicità cui ogni cittadino speranzoso anela. La felicità … ma sa di che parla il Professore?
Anche la Costituzione Americana parla di felicità, ma non credo che quei Padri parlassero della stessa felicità di Prodi.
"Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama".
(E. Montale, Ossi di seppia)
Poscia il sonno c’avvolse nelle sue spire ristoratrici.
Celestino Ferraro
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