Il Professore, il caso Unipol e la complottite Ds
E ora il caso Unipol è più aperto che mai. Non solo perché fino a quando non sarà chiarita la sorte della provvista di cinquanta milioni di euro fornita da Gnutti a Consorte, nessuno potrà impedire al centro destra di immaginare che quei cento miliardi di vecchie lire fossero destinati a finanziare la prossima campagna elettorale dei Ds. Ma, soprattutto, perché a tenere aperta la questione non è solo Silvio Berlusconi con i suoi cattivi pensieri ma è soprattutto Romano Prodi con la sua proposta di costruire immediatamente il Partito Democratico. [leggi per intero]
6 Comments:
I PIAGNONI DI CASA NOSTRA
Cosa sarebbe una bella cassata siciliana, torta di pan di Spagna ripiena di ricotta impastata con zucchero, cioccolata, liquore e aromi, rivestita di pasta reale e ornata con zucchero colorato e frutta candita, confezionata in uno scatolo plastificato bellissimo, intrecciato con un nastro di seta azzurra, se sopra ci attaccassimo un’etichetta vistosa, con su scritto: STERCO DI CAMMELLO?
Quella torta sarebbe solo una schifezza. Apparecchiata forse per qualche buontempone desideroso di fare una beffa al conoscente la cui disistima travolgerebbe ogni norma del buon vivere e del galateo insegnatoci dall’ottimo Monsignore.
Non altrimenti potremmo giudicare una sgradevolezza simile.
Ebbene, così hanno fatto e stanno facendo quei buontemponi, comunisti, dell’opposizione democratica di centrosinistra.
Da oltre dieci anni si sono impegnati ad insultare (è uno stile ereditato dal procuratore dell’URSS, Andrei Vyšinskij, nei processi staliniani) Silvio Berlusconi come il peggiore sterco di cammello che abbia mai defecato a Palazzo Chigi. Non c’è azione di governo o privata, del nostro presidente del Consiglio, che non sia stata dileggiata, bistrattata, vituperata, calunniata, insultata nei corridoi del Tribunale di Milano, con scarichi di liquami sotto Palazzo Grazioli (sua residenza romana) e con lancio di treppiedi fotografici sulla nuca mentre passeggiava sereno per via Frattina.
Oggi, dopo oltre un decennio, scopriamo che “la vita politica italiana si sta imbarbarendo”. Almeno così insinuano i signori D’Alema e Fassino (capataz del popolo dell’Ulivo) incappati in una “cassata” di miliardi la cui confezione era priva di logotipo.
Il fatto più plateale è che, secondo i sunnominati compagni e la corte di firme preclari che fa loro da cortigiani con la stampa nazionale (ed estera), Silvio Berlusconi sta facendo di una bazzecola finanziaria (circa 10 mila miliardi di vecchie lire, l’OPA ostile di UNIPOL su BNL), un casus belli di etica politica. La sua deposizione spontanea resa al magistrato romano, per informarlo di accadimenti dei quali era venuto a conoscenza per la sua funzione istituzionale, è stata derisa e biasimata, dalle solite penne giornalistiche, come un’esibizione da “Dagospia”, giornale scandalistico telematico, informatissimo degli avvenimenti che travagliano l’establishment di casa nostra.
Dimenticandosi, essi, naturalmente, che tutta l’operazione ha trascinato nello sterco di cammello l’Italia intera con la più prestigiosa delle sue Istituzioni: la Banca d’Italia.
Le vicissitudini di Consorte, ex presidente di UNIPOL, sono il rivestimento mandorlato della cassata che si tentava di ammannire al popolo di sinistra (si fa per dire): signori integerrimi, dal passato adamantino, forti di una moralità che, proveniente da Mosca, giunse a Roma con il Migliore dei suoi compagni per insegnare ai proletari italiani democrazia e anticapitalismo.
Oggi le cose precipitano e il Cavaliere Berlusconi intende dimostrare ai rossi stinti del Botteghino che, l’incompatibilità miliardaria, non sarebbe solo una pecca del capo del governo Silvio Berlusconi (ricco di suo) ma anche una mal celata ipocrisia predicata da aspiranti miliardari nei panni del domenicano fra Girolamo Savonarola.
Celestino Ferraro
Ora anchei blog di sinistra provano a disintegrare l'immagine di Prodi:
www.espertone.blogspot.com
Come siete ammorbanti!
Caro Direttore, a proposito di UNIPOL ho un dubbio.
L'indagine di Milano si riferisce per caso a questa vicenda?
Quote
QN-Quotidiano Nazionale 3-12-2005 p. 26
Inserto nazionale del Giorno, Resto del Carlino e Nazione
Da Beppe Scienza partì l'indagine per insider trading
«Unipol pagò cari i suoi bond. E qualcuno sapeva...»
di Elena Comelli
MILANO - «Se l'Unipol ha intenzione di trattare gli azionisti Bnl come ha trattato i suoi, stiamo freschi...». Beppe Scienza, docente all'università di Torino e autore del best-seller Il risparmio tradito, è lo studioso che ha messo in moto l'inchiesta della Procura di Milano che ipotizzava l'insider trading sul riacquisto di obbligazioni Unipol.
Ma questo non è un tipico caso di insider trading...
«In un normale caso d'insider trading uno compra azioni sapendo che verrà lanciata un'offerta pubblica d'acquisto a un prezzo più alto. In situazioni simili l'Opa risponde a una logica sua propria, indipendentemente da fenomeni d'insider trading. Ma il caso dell'Unipol è del tutto diverso. Il rimborso anticipato, con cui la società avrebbe gettato via ben 14 milioni di euro, si potrebbe spiegare solo per far guadagnare soldi a qualcuno».
Come ha scoperto questi strani acquisti?
«E' dal 1978 che seguo il mercato obbligazionario italiano e di rimborsi anticipati ne ho visti a centinaia. Però mai nessuno simile a quelli decisi dalla compagnia d'assicurazione bolognese, chiaramente svantaggiosi per i propri azionisti. Tenendo in vita i prestiti e sfruttando già solo la differenza di tasso rispetto ai Btp di pari scadenza (allora sul 4,65%), la società poteva infatti lucrare circa 12,8 milioni di euro anziché rimborsare le Unipol al 2,25% e 1,3 milioni per quelle al 3,75%. Perché dare un calcio a 14 milioni?»
E allora?
«Andai a spulciare le compravendite di quei titoli e vennero fuori cose interessanti. I due titoli in questione erano poco trattati, con volumi giornalieri nell'ordine dei 20-30 o tutt'al più un centinaio di migliaia di euro. Ma nelle settimane precedenti l'annuncio del rimborso, sono passati di mano volumi di milioni di euro del titolo al 2,25%. Il 24 gennaio 2002 addirittura 20 milioni al prezzo di 93. L'emissione al 3,75% aveva ancora meno mercato, ma il 28 gennaio ne passarono di mano 9,8 milioni al prezzo di 97. Curioso che in quei mesi siano spuntati come funghi alcuni investitori che in singoli giorni hanno comprato milioni di euro di questi titoli. Chi comprava quelle obbligazioni a quei prezzi doveva sapere in anticipo dell'imminente rimborso a 100 lire».
Come si è arrivati all'indagine della magistratura?
«Segnalai il fatto nella mia pagina web all'Università di Torino (www.beppescienza.it), al che l'Adusbef fece un esposto alla Consob. La quale procedette a indagini e poi il caso passò alla magistratura».
Lei ritiene che fu veramente un caso di insider trading?
«Questo lasciamolo stabilire ai tribunali. Non è però l'aspetto meno chiaro della vicenda. La cosa più strana fu la stessa decisione dell'Unipol di rimborsare contro ogni logica economica quei prestiti».
Ma Giovanni Consorte ha sostenuto che il rimborso era avvenuto per ridurre il rapporto fra esposizione e mezzi propri...
«La cosa non convince. Perché allora non venne detto subito? Perché questa giustificazione viene fuori solo a fronte delle contestazioni dei magistrati? Anche il Sole 24 Ore scrisse all'epoca che l'Unipol si rifiutava di fornire spiegazioni. Io stesso ricordo che la compagnia cercò di convincermi che il rimborso «era stato deciso per l'alto tasso d'interesse». Un 2,25% annuo a fronte di rendimenti dei Btp del 4,65%. Ma siamo seri!».
Ma allora che conclusioni trae?
«Che un precedente del genere, tuttora non pienamente chiarito, solleva pesanti interrogativi».
unquote
Cordiali saluti.
Edmond Dantès
Edmont, cosa si aspetta? Che si ammetti di trovarci difronte ad una ruberia perpretata ai danni dei cooperatori UNIPOL? Non ci permetteremmo mai!
Menomale che il diavolo fa le pentole e non i coperchi, altrimenti con-quale-sorte avremmo atteso il cadavere dell'onorabilità diessina?
Si dice che Dio non paga il sabato: ma paga.
La ringrazio per Blog intiresny
Si, probabilmente lo e
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