La bufera Unipol e le elezioni
Molti sostengono che il centro sinistra è stato decisamente sfortunato nell’incappare nella bufera-Unipol all’inizio della campagna elettorale per le politiche della prossima primavera. Chi la pensa in questo modo considera che la vicenda in cui sono coinvolti i massimi dirigenti dei Ds ed il loro tradizionale “polmone finanziario” delle cooperative rosse difficilmente si potrà esaurire nel giro di qualche settimana. Anche dopo la rapida uscita di scena di Giovanni Consorte, è facile prevedere che le polemiche sui rapporti tra esponenti diessini, finanza fiancheggiatrice e “ furbetti del quartierino” andranno avanti per lungo tempo. [leggi per intero]
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L’ISPETTORE ROCK
Non capisco cosa ci sia da indignarsi per la deposizione che Berlusconi ha sentito di dover rendere al magistrato romano sugli “affaracci” che hanno incrociato l’iter dell’OPA Unipol su BNL. Cosa ci sia di grottesco nella vicenda o di barzellettesco, non si sa. A Napoli le stizze dei Ds, le definiremmo: “Le zite cuntignose” (zitellone che simulano ingenuità).
Il presidente del Consiglio fu informato da Terek Ben Ammar di una colazione ristretta fra personaggi dei Ds e il patron delle GENERALI Antoine Bernheim. Sarebbe stata perorata la cessione del pacchetto azionario di BNL, di proprietà delle GENERALI, pari all’8,7%, all’UNIPOL impegnata nella scalata della banca romana.
Bisognava impedire che qualcuno, in seguito, potesse farneticare su un Berlusconi informato del convito (dei fatti) e tenuto riservato per compiacente solidarietà con i “Capitani coraggiosi”. Prima che le cose precipitassero, insidiose, sulle presunte compiacenze di Berlusconi, bene ha fatto il Cavaliere a sgombrare il campo da qualsiasi illazione presentandosi spontaneamente dal magistrato per raccontargli l’accaduto.
Perché non l’avrebbe fatto prima della trasmissione televisiva di “Porta a Porta”, in presenza di Bertinotti, è faccenda ininfluente sulla dinamica dei fatti e nulla toglie né aggiunge all’essenzialità della vicenduola priva di rilevanza penale. Che i capi Ds si sbizzarriscano pure nel dileggio di Berlusconi, la faccenda politicamente discredita e scotta e non saranno gli insulti a Berlusconi a distogliere il popolo diessino dai fatti che imperversano.
A Berlusconi era stato riferito della colazione fra i vertici Ds / GENERALI: perché non si sarebbe potuto credere che l’argomento UNIPOL – BNL fosse stato oggetto di “scambio d’opinioni” fra i commensali?
Era opportuno, in piena burrasca OPA, che i signori del partito dei Ds, si esponessero in una colazione frugale con Bernheim? Se fossimo stati in un qualsiasi “bar Mandara”, e uno spione avesse preso appunti delle conversazioni, chi non avrebbe creduto alla lista del menu?
Diciamo che “l’ispettore Rock” (quello della brillantina Linetti), così come lo definisce il direttore del Foglio (stampa al servizio del Cavaliere), ha voluto fugare ogni supposizione malevola o benevola che fosse e, da uomo probo e generoso qual è, ha raccontato del convito in perfetta genuinità.
“Omnia munda mundis”, risponde fra’ Cristoforo alle critiche di fra’ Fazio.
Celestino Ferraro
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