Thursday, November 30, 2006

Casini e la marcia di sabato

Nessuno dubita che la maggioranza degli elettori dell’Udc non si sentirà affatto estranea alla manifestazione di protesta contro la finanziaria del governo Prodi indetta a Roma per sabato prossimo da Silvio Berlusconi e dalla Casa delle Libertà. Molti dei votanti, dei simpatizzanti e dei militanti del partito di Pier Ferdinando Casini parteciperanno direttamente alla marcia. Ed anche quelli che rimarranno a casa si sentiranno spiritualmente vicini alle centinaia di migliaia di cittadini che raccoglieranno l’invito del Cavaliere, di Gianfranco Fini e di Umberto Bossi e sfileranno lungo le strade della Capitale. [leggi per intero]

4 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Peccato che l'UdC si sia defilata.
Al posto di una semplice protesta avrebbero potuto esibire l'esempio di come veramente si governa.
La Sicilia.
ciao
gianfalco

10:22 AM  
Blogger vito schepisi said...

Sul mio blog: http://vitoschepisi.blogspot.com/
il 6 dicembre scorso: "La strategia sciatta dell'Udc" -
Che prospettiva ha Casini e la sua Udc di portare innanzi una sua autonoma proposta politica?
Quale possibilità di successo possa avere il suo progetto, e può da sola l’Udc proporsi come alternativa alla sinistra?
A questi interrogativi oggi occorre dare risposte credibili.
Se non vi sono risposte affermative la conclusione è soltanto una: d’essersi inoltrati i centristi verso un’avventura politica.
Nella valutazione non si può non tener conto dell'attività della UDC, iniziata con la segreteria Follini, e proseguita con Cesa e Casini, che aveva ed ha come scopo ultimo quello di far scendere Berlusconi dalla sella.
Quando il vecchio segretario, ora leader del “partito di mezzo”, chiedeva un segno di discontinuità non era altro che un invito a sostituire Berlusconi con Casini.
Accompagnata al nominalismo della richiesta non vi era nessuna scelta programmatica, se non quella di un ritorno al proporzionale per favorire la strategia di condizionamento, garantendosi il mantenimento degli spazi di rappresentanza.
I centristi di Casini sono rimasti spiazzati non solo dalla tenuta ma anche dal sostanziale successo di F.I.
Sono rimasti addirittura senza fiato per i risultati raggiunti e per la quasi vittoria di Berlusconi.
Il loro successo elettorale, dopo aver avuto la massima visibilità possibile con la Presidenza della Camera e con un ruolo di distinzione nella maggioranza e partito frontiera della coalizione, è stato modesto.
Il proporzionale serviva a smarcarsi e distinguersi.
Sono sempre, però, il terzo partito della Cdl, con un quarto dei voti di FI e la metà di quelli di Alleanza Nazionale.
Avevano gridato contro la deriva populista di Berlusconi e attendevano all’incasso i voti moderati e centristi ma hanno ricavato solo un modesto raccolto.
Casini è cresciuto con la Cdl ed ha rappresentato un riferimento per l’elettorato cattolico moderato, grazie alla visibilità che la Cdl ha voluto offrirgli.
L’analogo partito nello schieramento di sinistra, l’Udeur di Mastella, supera a mala pena l’1% (uno percento) dell’elettorato.
Follini uscito dall’Udc qualche mese fa per fondare il suo “partito di mezzo” non se lo fila più nessuno.
Dai sondaggi risulta che i partiti della cdl ( Forza Italia, Lega ed Alleanza Nazionale) crescono rispetto ai risultati delle politiche del 9 e 10 aprile, mentre quello di Casini cala, almeno dell’uno per cento.
Finita la bolgia della visibilità per aver distinto la propria azione dalla Cdl, Casini e l’Udc non potranno che veder perdere costantemente i loro riferimenti elettorali.
L’Italia, e lo si è visto a Roma con la manifestazione del 2 dicembre, è bipolare, ha ormai acquisito lo spirito della scelta di campo.
La mossa dell’Udc non ha prospettive visibili ed è destinata a rivolgersi contro.
Se non dovesse trovare sbocchi diversi l’Udc vedrebbe ridursi anche la compagine parlamentare, ed anche i dirigenti centrali e locali finirebbero per abbandonare in massa il partito, non ritenendo perseguibile l’avventura del duo Cesa-Casini.
L’unico collante che sembra legare ancora la compattezza è la prospettiva del recupero di una funzione governativa in funzione dello spostamento dell’asse politico della maggioranza. Un’ipotesi, però, che sembra difficile se non impossibile.
Non hanno i numeri per sostituire tutti insieme Rifondazione Comunista, Verdi ed i comunisti di Diliberto, ed offrire il loro appoggio senza contropartite politiche significherebbe disperdere la loro funzione e ridurre ulteriormente la loro credibilità.
La strategia più probabile di un’aggregazione sul centro dei cattolici di destra e di sinistra, oltre ad essere velleitaria e di difficile realizzazione vedrebbe rispolverare la politica dei due forni di craxiana memoria.
Ma se il biporalismo ha una sua logica politica ed istituzionale, il partito di mezzo ne avrebbe solo una strumentale.
L’elettorato finirebbe per non apprezzarla.
L’aver, invece, rinunciato alla formazione del partito unico dei moderati o delle libertà è una grossa responsabilità dei centristi.
Rappresenta la rinuncia a voler lanciare la proposta politica del bipolarismo e di liberarsi delle scorie dei partiti di alternativa radicale sia di destra che di sinistra.
Se l’elettorato richiede la semplificazione della proposta politica, la risposta della Udc diviene una risposta divergente di frammentazione e di confusione.
Se dovesse passare il Partito Democratico della sinistra ed il centrodestra si dovesse ritrovare disunito e conflittuale, Casini si accollerebbe una pesante responsabilità politica nei confronti dell’elettorato e del Paese.
Disperderebbe la credibilità nel fornire risposte puntuali alla domanda di governabilità: un po’ quello che è successo nelle ultime elezioni quando si avvertiva già il rischio della divergenza e di due ben distinti processi di governabilità.
Ha sbagliato la Cdl nella scorsa legislatura a cedere all’imposizione di Follini e Casini sulla modifica del sistema elettorale.
Un sistema che alla luce dei fatti si è mostrato inadeguato e poco apprezzato dagli elettori, un sistema che ha fornito alla sinistra un’arma in più e che si è rilevato un bersaglio facile per la sua capacità di martellante propaganda.
Quella di Casini ho già avuto modo di definirla e lo confermo una strategia sciatta, di breve termine senza sguardo lungo, dettata dall’improvvisazione e dalla necessità di demolire l’immagine di un centrodestra incentrato sulla figura carismatica di Berlusconi. -
Vito Schepisi
http://vitoschepisi.blogspot.com/

2:04 AM  
Anonymous Anonymous said...

Schepisi! Ma questo tuo noioso e logorroico volantino, lo fai svolazzare da tutte le parti.
Ma quanto mai ti danno per tanto sforzo?
Gerardo Nocera

10:59 PM  
Anonymous Anonymous said...

Mi piacebbe fargli leggere il mio blog,nato per una odissea giudiziaria almeno per me,di portata insopportabile!
www.diariodiunesattore.blogspot.com

11:20 AM  

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