Wednesday, October 25, 2006

L’Ungheria ed i comunisti inguaribili

I degni eredi degli acclamatori dei carri armati sovietici a Budapest nel ’56 protestano oggi contro le presunte strumentalizzazioni neofasciste dei fatti d’Ungheria. Secondo questi nipoti dei massacratori degli insorti ungheresi, chi protesta oggi in Ungheria contro il governo dei post-comunisti bugiardi è un fascista. E come tale non va ascoltato ma solo condannato. E chi usa l’anniversario della rivolta antisovietica magiara per rimproverare quanti all’epoca si schierarono dalla parte del regime comunista contro i presunti “controrivoluzionari” è anch’egli un neofascista. E come tale non ha alcun diritto alla parola. [leggi per intero]

3 Comments:

Blogger vito schepisi said...

Sono d'accordo con falloppio nell'affermare che la storia, quasi sempre, è falsata dai miti che la stessa vuole evocare. Non ho documentazione per i fatti d'ungheria del 56. L'intervento sovietico fu però duro e repressivo e la retorica comunista non si discostò dalle giustificazioni di sempre. Controrivoluzione, reazione fascista, violenza ed azioni facinorose per controbattere con valori negativi le istanze di libertà. Alla "reazione" allora il richiamo alla lotta per la libertà del popolo nel socialismo dei diritti e della soddisfazione dei bisogni; l'affermazione della rivoluzione proletaria contro la reazione borghese; la resistenza all'efferato tentativo del capitalismo di rovesciare le sorti del cammino del popolo ungherese verso il socialismo. Sono le parole d'ordine di sempre. Anche il comunismo era quello che abbiamo conosciuto da sempre: quello di Stalin e dei Gulag, delle epurazioni e dell'accusa di revisionismo, quello burocratico ed illiberale, quello repressivo ed internazionalista.
Non sono d'accordo quando lo stesso signor falloppio afferma che le proteste di oggi sono fatte da facinorosi. C'è un popolo intero dietro questi facinorosi, infatti. Quel popolo che ha giudicato offensiva ed illegittima la vittora elettorale della sinistra nelle ultime elezioni. Il popolo è sovrano. Tradirlo ed ingannarlo significa usurpare una credibilità non rilasciata. Questa sinistra in Ungheria è un po' come quella italiana, e non stupisce la posizione di Bertinotti pronto a difendere l'identità stessa di un metodo consolidato del comunismo, che è quello di falsare la storia e di circondarsi di menzogne. La differenza tra l'Ungheria e l'Italia, per nostra fortuna, è che un popolo che conosce la libertà è difficile che si accorga della sua mancanza e del valore che questa abbia nella vita sociale e nella vita culturale del Paese. Chi, invece, come in Ungheria, ha riconquistato spazi di libertà da poco tempo, si rende conto invece di cosa rischia di perdere. Il Governo ungherese si è arrocato su di una posizione di repressiva intolleranza verso la spinta liberale che proviene da tutto il Paese. Si schiera contro il popolo. Come anche in Italia si schiera contro il popolo questa maggioranza che instaura a piccole dosi uno stato di polizia e di omogenizzazione dei poteri e della informazione.
Vito schepisi
http://vitoschepisi.blogspot.com/

1:21 AM  
Anonymous Anonymous said...

W i facinorosi ungheresi.
e i soliti kretinetti fanno della filosofia.

8:18 AM  
Anonymous Anonymous said...

In un'intervista al Sig.Bertinotti
(stampa di Torino di alcuni giorni fa)
Egli,affermò,che a quel tempo essendo
molto giovane,patteggiava per i dimostranti.
Come faccia di bronzo,non ah eguali!
Alfine,alla domanda:perchè si definisce comunista?
Risp:Per sfizio,finchè esisterà il
capitalismo!
Per"anonimo":I facinorosi generalmente non fanno testo,se non
supportati dalla base Popolare.
Mi preoccupa,chi le cose le fà per
"sfizio".Ed è la terza carica dello
stato!
Abdù

12:27 PM  

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