Tuesday, September 12, 2006

Il caso Udc aperto e chiuso

Marco Follini sostiene che non regge più una alleanza che va da Alessandra Mussolini a Bruno Tabacci. E Pierferdinando Casini, sia pure all’interno di un discorso più ampio ed articolato, sostiene che è inaccettabile l’idea che il centro destra possa continuare a vivere e sia destinato a morire sotto il segno di Silvio Berlusconi. Le dichiarazioni dei due esponenti centristi indicano che si apre ufficialmente il “caso Udc”. Ma per chiudersi come? Nell’epoca del proporzionale la risposta sarebbe stata automatica. Addirittura scontata. Il disimpegno dell’Udc dalla Casa delle Libertà si sarebbe inevitabilmente evoluto nel passaggio del partito centrista dallo schieramento dell’opposizione a quello della maggioranza. [leggi per intero]

1 Comments:

Blogger vito schepisi said...

Ma per l’Udc non reggeva neanche la compagnia dei radicali di Pannella? E’ cambiato qualcosa?
Cosa c’entra poi l’alleanza che va da Tabacci a Mussolini con l’accusa di impronta populista della Cdl e del suo leader? Diaconale Lei sa meglio di me che sono tutte chiacchiere! Sa anche che la politica è l’arte del possibile ed infatti spesso anche l’impossibile si è visto!

E’ evidente, ad esempio, che l’Udc ha sviluppato la sua strategia politica nel progetto di allargare la sua base elettorale e di perdere le politiche scorse. Speravano nella "debacle" di Berlusconi. Sono rimasti spiazzati non solo dalla tenuta ma anche dal sostanziale successo di F.I. Sono rimasti addirittura senza fiato per i risultati raggiunti e per la quasi vittoria di Berlusconi. Di contro il loro successo elettorale, dopo aver avuto la massima visibilità possibile con la Presidenza della Camera e con un ruolo di anima critica della maggioranza e partito frontiera della coalizione, è stato pur sempre modesto. Si è capito perché volevano il proporzionale! Intendevano smarcarsi e distinguersi. Sono sempre, però, il terzo partito della Cdl, con un quarto dei voti di FI e la metà di quelli di Alleanza Nazionale. Avevano gridato contro la deriva populista di Berlusconi e attendevano all’incasso i voti moderati e centristi. Hanno ricavato solo un modesto raccolto.

Non potendo più far fuori il Berlusconi perdente e senza più presa nell’elettorato, magari recuperato con paternalismo buonista, con promesse di incarichi di prestigio in futuri governi di centrodestra, si sono trovati nella necessità di mutare in corso d’opera il loro progetto politico. Venuta meno la loro convinzione che il Cavaliere si sarebbe fatto bonariamente da parte e, venuta anche meno la proposizione della loro strategia di logoramento del centro sinistra con il potenziale recupero dei voti centristi, è venuta anche meno la proposizione di Casini come uomo credibile alla candidatura da leader dello schieramento moderato.

Nelle elezioni delle cariche istituzionali del Paese, tra cui anche la Presidenza della Repubblica, già si sono mossi con spregiudicato opportunismo. I post democristiani nella loro strategia erano convinti che l’incarico di alto profilo istituzionale già ricoperto da Casini, avrebbe messo in maggiore visibilità la candidatura a leader del loro uomo, rispetto a quella sempre sul tappeto e mai espressa di Fini. Dopo le ultime elezioni non più. L'Udc si era posta di traverso all'intera coalizione di centrodestra ed il loro obiettivo è stato mancato: Berlusconi è caduto in piedi. Il loro gioco si è rivelato perdente.
L’ottica si è spostata e, nella considerazione di una eventuale caduta del governo e di nuove elezioni, potrebbe riproporsi Berlusconi vincente e quindi ancora leader per 5 anni. Ovvero, se la legislatura dovesse durare fino al 2011 trovarsi ancora Berlusconi candidato alla presidenza del Consiglio.

Si presentano momenti difficili per il governo in carica. La navigazione è incerta e la nave Prodi rischia di incagliarsi ed anche di affondare. C’è la questione Libano con il "marinaretto" che si fa soffiare nelle vele da terroristi e paesi fomentatori di guerre: anche questa è una situazione di rischio per la tenuta del governo. Follini spinge e Casini vuole forzare i tempi. Il soccorso centrista a sostegno al governo per la finanziaria sarà sotterraneo ma sostanziale. I voti dei dissidenti della sinistra alternativa sarnno sostituiti in modo più o meno palese da quelli della premiata ditta Casini. Anche per un'eventuale successiva caduta di Prodi si vanno sviluppando intese pr l'allargamento della maggioranza.
Una strategia sciatta, di breve termine senza sguardo lungo, dettata dall’improvvisazione e dalla necessità di demolire l’immagine di un centrodestra incentrato sulla figura carismatica di Berlusconi.

http://vitoschepisi.blogspot.com/

12:03 AM  

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