Thursday, September 07, 2006

A ciascuno il proprio mestiere

E’ da escludere tassativamente che l’editoriale del Corriere della Sera in cui Sergio Romano ha sollecitato Silvio Berlusconi a concludere le vacanze in Sardegna ed a tornare sulla scena politica, sia stato commissionato dallo stesso Cavaliere. Sergio Romano è troppo serio, rigoroso ed anche molto snob da prestarsi ad una eventualità del genere. E al Cavaliere non passa neppure per la testa l’idea che la carta stampata possa avere una qualche utilità oltre quella tradizionale di incartare le uova. Ma l’effetto dell’articolo di Romano è talmente singolare da legittimare ogni tipo di sospetto e di malizia. [leggi per intero]

7 Comments:

Blogger celestino ferraro said...

DACCI OGGI IL NOSTRO PIZZINO QUOTIDIANO

Non c’è santo giorno che qualche penna barocca della stampa nostrana, non si cimenti anch’essa con i “pizzini” (quei fogliettini sui quali il mafioso Provenzano esercitava la sua calligrafia).
Anche il Tempo, QUOTIDIANO di Roma, trova il tempo per dar sfoggio d’originalità adottando il lessico mafioso per alludere al bigliettino che Capezzone ha ritrovato, sul suo tavolo di presidente, con la minuta degli eccellentissimi cui competerà l’onere di condurre le sorti della democratica Rai-Tv e di noi, aristocratici teleutenti.
Una rottura di palle che nessun pizzino della “Mafia politica di Montecitorio” potrà evitarci se non blindiamo le palle con patta di titanio.

Sarebbe questo sbracarsi collettivo alla metafora mafiosa il segno che le cose vanno piuttosto male qui da noi? Non saprei, certo è che la cultura dei nostri pensatori della carta stampata non è all’acme, e ignoro se per indolenza pensatoria o se per cachettica ignoranza.
Opterei, sinceramente, per la cachessia.
Celestino Ferraro

9:28 AM  
Blogger celestino ferraro said...

NON VOLER MORIRE … BERLUSCONIANI.

Il gran dibattito sulla politica della CdL, a conduzione berlusconiana, è aperto. Ieri, Casini (il nostro bello guaglione di Casa), fra una genuflessione e una riverenza alla capogruppo dei Ds, Anna Finocchiaro, in Tv, ha finalmente calato la maschera: “Non voglio morire berlusconiano”.
Ottimo direi, se fosse cera Gray.
Gente che nasce e pasce alla “scuola” forlaniana, andreottiana (per decenni portaborse), oggi rifiuta di accodarsi (horribile dictu), un’altra volta, dopo 15 anni, allo stesso Berlusconi.
Sarebbe bello poter cantare tutti insieme: “Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addò state, vuje c’avite lassate, ma pecché nun turnate…”.

Il fatto è che questi grandissimi leader del nostro politicare a vista, le verità ce la centellinano e ci dobbiamo sorbettare i SEGRETI PROPONIMENTI che ambasciano la Casini & Follini -Tabacci, solo a giochi fatti, cioè solo dopo che le elezioni sono state garantite e il seggio a Montecitorio è stato replicato sotto le insegne del Cavaliere.
Lui, dice di sé Casini, ha vinto le elezioni, dal 3% è passato al 6%: un trionfo. Mentre il Cavaliere dal 30% è sceso al 26%: un fallimento. E poteva andare ancora peggio se i se, preelettorali, avessero trovato malleveria.

Servitori del popolo sovrano, li senti dichiararsi quando concionano alle ribalte televisive e sparlano del Cavaliere come di un ostinato vanitoso che grazie ai miliardi e alle Tv di Mediaset, mantiene l’egemonia sull’apparato della CdL. Un segno di gratitudine politica che si paga col trasformismo alla Depretis dopo la caduta della Destra storica (1876).
Ma non credo che il travaglio storico sia conosciuto dai nostri tre ambiziosi, loro procedono per istinto e il trasformismo è un’emulazione appresa, da giovincelli, forse, assistendo agli spettacoli televisivi del grande Alighiero Noschese.

Non è sicuro che questa nostra democrazia parlamentare ne guadagni in rispettabilità, ma per loro, dissidenti d’antan, l’essenziale è che il governo Prodi avrà bisogno dei loro voti transfughi per i quali l’Unione saprà essere grata: veramente grata.
Per il momento è bene che si sappia che i tre sodali sono fermamente decisi a non morire berlusconiani, forse prodiani se la giustizia sarà Clemente, e se la Nemesi non giungerà subitamente a far vendetta dell’apostasia.
Altre soluzioni per il momento la democrazia non ha, salvo riconoscere ai politicanti trasformisti un gran ruolo legato alle necessità. E l’ideale?
Celestino Ferraro

10:06 AM  
Blogger vito schepisi said...

Caro Ferraro,
nella Cdl sembra che ai nostri ultimi eroi della tradizione democristiana sia mancata la possibilità di dibattere. Siano anche mancate le posizioni di rilievo, l'egoismo e la spavalderia di Belusconi e dei forazitalioti, sembra abbia chiuso loro ogni spazio di visibilità (sic!). Poi le scelte "populiste" della cdl non privilegiavano le scelte condivise che s'incrociano con le aspettative dei cittadini. Quali sono queste scelte? Sembra il riconoscimento della cittadinanza agli immigrati, non dopo solo cinque anni(grazie a Dio!), discusse a tavolino con l'Unione; identità cristiana; difesa della legge sulla fecondazione. "Queste sono le quetioni serie - sembra abbia detto Casini alla festa della Margherita - il resto sono sciocchezze". Ebbene tra le tante cose che ho sentito per le strade, poco ho sentito dalla gente su queste questioni serie. Sarà per questo che il partito di Casini con l'ampia visibilità guadagnata con la presidenza della Camera, e con i rumori quasi quotidiani dei suoi leaders, non ha aggiunto neanche il 7% dei voti. Il tema dell'immigrazione è vero che è sentito dagli italiani ma per la ragione inversa. Gli italiani in grande maggioranza gradirebbero che gli extracomunitari rimanessero ai loro paesi.
Casini non vuole morire berlusconiano. Noi non vorremmo morire proprio! Come giustamente sostiene Marcello Pera...ma se proprio dobbiamo, magari il più tardi possibile, ci deve anche essere una ragione valida perché lo si debba fare da democristiano!
Il 4 luglio u.s. sul mio blog "http://vitoschepisi.blogspot.com/" scrivevo: "Non hanno interesse Follini o Casini alle elezioni anticipate che possano riportare Berlusconi alla guida del Governo: devono prima di tutto assolvere al loro compito di demolire la leadership del Cavaliere. Devono strizzare l’occhio ai loro attuali competitori. Prodi e Rutelli ed un po’ meno Mastella, che vedrebbe vacillare il suo ruolo di spartiacque, sono lì ad attenderli per un grande centro che guarda a sinistra e che li affranchi dai condizionamenti troppo sbracati della sinistra alternativa. Il partito dei Democratici di Sinistra diverrebbe, per Rutelli in particolare, non più l’azionista di riferimento della maggioranza di centro sinistra ma l’interlocutore paritetico.
Forza Italia ed il suo leader, dunque, devono prendere in fretta l'iniziativa di unificare con una formula propulsiva e dinamica il centrodestra. Devono denunciare le schematizzazioni ed i ghetti ideologici ed affermare che il progresso richiede politiche libere e che il benessere ha bisogno di sviluppo. La politica sociale non si ottiene con lo stato sociale, come è ispirazione di Follini e Tabacci, ma con la consapevolezza dei doveri di ciascuno. Affermati questi principi rilanciare il partito unico delle libertà, affrontando anche distinguo e defezioni. Meglio chiarire tutto e subito anziché farlo nel tempo e... lasciarsi lentamente demolire."
Forse è il tempo dei regolamenti dei conti. Forse è preferibile farlo prima della finanziaria per metterli dinanzi alle evidenze delle cose, anzichè doversi prestare a subire le loro furberie.
Sia convocata una conferenza nazionale della Cdl. Megio rompere subito e tenerli ai piedi della maggioranza, magari sotto il tavolo a raccogliere le briciole. Meglio porre la sinistra alternativa nell'imbarazzo di doversi piegare ad accettare il prezzo politico della visibilità dei nuovi arrivati. Altri Mastella crescono. Dopo Di Pietro, anche Follini e Casini si adeguano alle furbizie di un sistema trasformista ed imperfettamente bipolare.
http://vitoschepisi.blogspot.com/

8:01 AM  
Blogger textman said...

...sarà ma pur concordando con la disamina caratteriale e personale dell'ambasciatore Romano, giungo a conclusioni differenti. E proprio perchè senza Berlusconi non esiste bipolarismo in Italia, e si ritorna tutti alla pappa e ciccia dei bei tempi andati, credo che Sergio Romano, convinto bipolarista, abbia voluto con il suo editoriale davvero dare una sveglia al nostro cavaliere. in modo sicuramente snob, sicuramente paternale, trasudando superiorità intellettuale e politica) da tutti i pori, ma tutto sommato con intenti positivi nei confronti dello stesso cavaliere, oltre che del bipolarismo suddetto. Ti invito a prendere in esame questa possibilità, perchè, se è vero che il suo terzismo è di maniera, e il conformismo quello di rigore nel frequentare via Solferino, allora in strati non superficiali della sua personalità, Sergio Romano non può che essere meno sinistro di quel che necessita far credere ai suoi attuali estimatori.

3:26 PM  
Blogger celestino ferraro said...

Senza Berlusconi (il gatto), i giocatori di basket (i topi) ballano. Tronchetti docet.

11:52 AM  
Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

8:31 PM  
Anonymous Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny

8:37 PM  

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