Friday, March 24, 2006

I denti spuntati del caimano

Romano Prodi non si chiede se il film di Nanni Moretti contro Silvio Berlusconi sia esteticamente bello o brutto o moralmente accettabile o riprovevole. Potrebbe essere brutto ed eticamente valido. Oppure, come è più probabile, ben fatto ma talmente carico di odio e livore contro la persona del Cavaliere da risultare una sorta di incitamento al linciaggio. E, quindi, moralmente vergognoso. Prodi, che si professa cattolico e che qualche problema del genere se lo dovrebbe porre, ha solo una preoccupazione. “Il caimano” risulterà utile o dannoso alla campagna elettorale del centro sinistra? [leggi per intero]

4 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Sottoscrivo tutto alla lettera.

10:20 AM  
Blogger Stefano Reves S. said...

Probabilmente non sposterà un voto.

3:43 AM  
Blogger celestino ferraro said...

Egregio Professor Cordero, evidentemente Lei scrive per farsi leggere, anzi La pagano perché La leggano; a me, oltre che a costarmi per leggerLa mi costa anche per risponderLe, un costo forfetario, omnicomprensivo di canone ADSL, di hardware, di software e di dedizione cerebrale per poterlo fare.
Lo so, quest’ultima scelta (nessuno mi obbliga) è un mio hobby, e non posso rimproveraLa d’alcunché. D’altro lato: Le piacerebbe se nessuno La leggesse, o se La leggessero soltanto i 25 canonici lettori manzoniani? Credo di no ed è in base a questo mio credere che mi permetto di scriverLe per dirLe la mia sulla fiaba chapliniana pubblicata su Repubblica di ieri, 24 marzo 2006.

So anche però ( e non c’è metafora che tenga), che Lei non abbisogna di me come suo lettore: torme di uomini di cultura, di tifosi del centrosinistra, di quest’Italia democratica e antifascista, attendono con ansia i Suoi scritti che, avidamente “pasteggiano” fra un caffè e una brioche mattutina.
Tanto premesso voglio dirLe che quest’accanimento denigratorio, persecutorio, contro l’Amor Nostro (come dichiara Buttafuoco sul Foglio), è un’esagerazione.
In una stagione dove l’eutanasia s’è fatta cultura, una botta alla nuca sarebbe preferibile: ci risparmieremmo lo sperpetuo. Oddio, potrebbe non essere d’accordo Berlusconi, ma noi popolo sovrano potremmo gradire la soluzione liberandoci di un TIRANNO prossimo alla TIRANNIA.

Non c’è stata giornata di questi 1799 giorni (al 10 aprile) di governo Berlusconi, che sia sfuggita alla Sua frusta ed ha infierito, culturalmente superbo, su questo “Caimano”, che era soltanto un “Agnello”, per farlo oggetto di scherno e di ludibrio.
Finanche Yaweh Lei invoca nella derisione di Giobbe per marchiare a fuoco questo temerario che osa difendersi dall’accusa di aver SALVATO la Sme dalla svendita prodiana (assolto dai giudici romani per essere estraneo al fatto), e lo psicanalizza quasi che fosse sul lettino di uno psicanalista per ritrovarsi.

L’ultima prodezza dell’Amor Nostro è a Vicenza.
Irrompe claudicante (fa la scena) nel salone dove i confindustriali tengono la loro Assise, applaudito dalla moltitudine dei presenti, sale sul palco dove c’è Tremonti (il bravo, il complice dello scasso dello Stato), e con aria compassionevole accetta gli applausi che la maggioranza dei presenti gli tributa.
Non c’era claque Professore, qua Lei insinua per amor d’odio (mi perdoni l’ossimoro). Quelli che applaudivano erano genuini, la claque è stata una espediente retorico per lenire la peregrina figura dell’oppositore marchigiano che non stava coi piedi per terra (una fabbricante di scarpe senza piedi).

Questo volevo contestarLe: non era la claque ad applaudire. Era il dissenso, onesto dissenso, di tanti che hanno saputo scernere il grano dal loglio che soffoca la politica italiana.

Per amor di polemica: dove s’è visto mai un presidente del Consiglio preso a treppiedi sul collo, apostrofato “buffone!”, o sotto il cui palazzo un esponente della sinistra BRAVA scarica due bidoni di liquami? (applaudito dai suoi). Od anche un signore, già suo collaboratore (per sua stessa vanteria), che dal video interviene per denigrare platealmente l’ex amico al quale rivolge del tu ostentatamente amicale?
Solo Fanfani subì una tirata d’orecchi da parte di uno squilibrato sfuggito all’occhio di chi avrebbe dovuto prevenirlo.
O tempora, o mores! Mi verrebbe da esclamare.
Con rinnovata stima
Celestino Ferraro

6:13 AM  
Blogger celestino ferraro said...

LA DELINQUENZA POLITICA (anche Hitler era un delinquente?)

Il già ricco vocabolario dell’insulto politico si arricchisce di un nuovo epiteto che colpisce chiunque fra i concorrenti alle cariche pubbliche si senta minacciato dagli argomenti e dalle opinioni altrui. Un modo poco ortodosso d’intendere il confronto democratico che dovrebbe marciare per argomenti e non per epiteti ingiuriosi: Fascista! Venditore di tappeti! Delinquente!

L’ultimo, coniato dall’irato Prodi Romano, spiritista aduso all’Aldilà sin dai tempi del delitto Moro, è: “delinquenza politica”.
Non è piaciuto al prode Prodi il fatto che Berlusconi gli abbia sbrindellato il progetto fiscale basato su una tassazione esosa e vessatoria dei risparmi del popolo italiano.

“La tassa di successione la ripristineremo ma la pagheranno solo i patrimoni di là dei 150.000 euro”, aveva affermato con aria serafica sentendosi un giustiziere dalla spada flamboyant.
Poi s’è accorto che 150.000 euro, in un paese dove la casa è proprietà dell’80% dei cittadini, era una cifra che anche il suo portinaio metteva sull’unghia, ed era salito a 300.000 euro, eppoi a 500.000 accusando il solito Berlusconi di aver imbrogliato le carte.
Anche la legge Biagi sul lavoro (Biagi assassinato dai rossi comunisti delle Br), deve essere riformata, ma il Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria (il Club dei padroni delle ferriere), tornando dal Brasile tutto trafelato, ha categoricamente smentito che si possa procedere alla riforma di quella legge.
Questo Montezemolo è patetico, gli piace essere progressista ma quando il progressismo lo colpisce nel portafogli, s’adombra.

BOT, CCT, ICI, rivalutazione degli estimi catastali, tasse di successione, rendite finanziarie e quant’altro, per rimpinguare le casse dello Stato bisognose di almeno 10 miliardi di euro per consentire ai demagoghi di sinistra di ammantarsi del fascino generoso dell’ egualitarismo.

Il “cuneo fiscale ridotto di 5 punti entro il primo anno di governo”, ostentava generoso con l’aria spavalda dell’incompetente.
Tremila asili nido da costruire, posto fisso ai giovani alla ricerca del primo impiego, pensioni minime da elevare a 1000 euro, età pensionabile da riformare immantinente abolendo la riforma Berlusconi, tutto con le tasse che i ricchi hanno sempre evaso ma che lui, Prodi Romano, intende far pagare fino all’ultimo euro a tutti questi crapuloni (Consorte docet) pasciuti sotto le insegne berlusconiane.

DELINQUENZA, “politica” (aggiunge sul finale), sbotta per mostrarsi democratico agli astanti che l’applaudono: quando Tremonti racconta al popolo degli increduli gli osceni disegni predatori del governo di centrosinistra se vincesse le elezioni del 9/10 aprile prossimo venturo.

Ascoltarlo, quando parla di TASSE, è uno spettacolo edificante: viene quasi la voglia di farsi TASSARE. L’aria serafica, ispirata, un Robin Hood un po’ anzianotto che toglie ai ricchi per dare ai poveri.

Berlusconi è il solito sceriffo di Nottingham che l’infallibile arciere Prodi Romano (spiritista d’antan), accompagnato dal suo fido “scudiero-dubat” Parisi, infilzerà il 10 aprile quando lo scontro sarà fatale.

È fuor di dubbio che le tasse siano un dovere che tutti devono pagare progressivamente al patrimonio posseduto. È la spoliazione, l’esosità dello Stato padrone che bisogna contestare, né bisogna credere che il benessere di una società risieda esclusivamente nella capacità dello Stato di oberare i propri cittadini di tasse e balzelli.
Se così fosse basterebbe stampare monete nuove a getto continuo e saremmo tutti ricchi e definitivamente sistemati.
È la produzione che fa ricca una società, è la capacità produttiva delle proprie aziende che permette ai consumatori di conciliare domanda / offerta secondo necessità e a piacimento. Sono le ore di lavoro perdute nel nostro Paese in scioperi politici che ci impoveriscono – milioni di ore – ed è da qui che il divario concorrenziale con gli altri paesi del mondo ci vede soccombenti.

Al di là del costo del lavoro in dumping che ci sommerge con il manufatto prodotto in Cina e in tutti i Paesi emergenti. Purtroppo gli economisti del centrosinistra sanno essere solo dei commercialisti vampiri succhiasoldi, garantendo a se stessi però la migliore vita da pascià. Non c’è personaggio di prestigio del centrosinistra che non goda dei lauti proventi della politica che gli assicurano una vita prospera e gaudente.

I più bei salotti alla moda, i più bei centri di villeggiatura mondana li scoprono partecipi dei godimenti plutocratici: eleganti, spiritosi, generosi, facondi di lingua ma storicamente ottocenteschi.

Chini sotto il peso del destino noi, popolo sovrano, ci auguriamo che il CAIMANO di Moretti (fresco di metafora), ci liberi da siffatti predatori.
Celestino Ferraro

7:41 AM  

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