Friday, June 30, 2006

La crisi non conviene ai poteri forti

Al “partito del Corriere della sera” non conviene che il governo cada prima della pausa estiva. Per cui uno dei suoi terminali in Parlamento, l’Udc, assicurerà i suoi voti alla maggioranza sulla questione del rifinanziamento della missione militare in Afghanistan. Il vuoto provocato dai Comunisti Italiani e da qualche altro esponente della sinistra radicale sarà temporaneamente colmato dai parlamentari di Pierferdinando Casini. E tutti saranno felici e contenti. Romano Prodi rimarrà a Palazzo Chigi, i Comunisti Italiani avranno scavalcato a sinistra Rifondazione senza assumersi la responsabilità della crisi, l’Udc avrà compiuto un nuovo passo in avanti lungo la strada dell’affrancamento dall’alleanza con gli altri partiti del centro destra. [leggi per intero]

5 Comments:

Blogger celestino ferraro said...

MANOVRINA DA 7 MILIARDI DI EURO E COSMESI NOTARIL-FARMACEUTICA.

Possibile che una manovrina così sciué sciué, all’acqua di rose, quegli stupidi del governo Berlusconi non siano stati capaci di organizzarla?
C’è veramente da stupirsi e ringraziare la Provvidenza che ha mandato fra i prodi quel Padoa Schioppa, esteta da corbeille di Borsa, che sa il fatto suo e sa gridare privilegi e aliquote che vessano il popolo sovrano.
Ma è solo una prima manovrina, il meglio verrà in luglio quando, tutti al mare, a rinfrescare le chiappe chiare, ci vedremo piovere addosso una sequela di ritocchini che ci alleggeriranno della pinguedine dei nostri portafogli. Amato docet.

“Terruerant satis haec pavidam praesagia plebem, / sed maiora premunt” «questi presagi avevano in buona misura atterrito il popolo pauroso, ma altri, ben più spaventosi, incalzano».

Intanto, Biagio de Giovanni, scrive un lunghissimo sfogo epistolare ai compagni della segreteria della “Rosa nel Pugno” prendendosela col merito che i dirigenti di quel partito manipolano come politica del fare. Ne fa una questione di metodo lui, non ignorando la massima di Colletti che riteneva il metodo la scienza dei nullatenenti.
Ma il paradosso cui lui allude è un paradosso contingente, non è mica quello di Epimenide che volendo dimostrare che tutti i Cretesi fossero bugiardi scopriva l’autocontraddizione.

È certo, lui, che le venticinquemila battute della reprimenda scritta ai compagni della segreteria della “Rosa nel Pugno” (a Pannella?), servano a far emergere lo stato di malessere diffusissimo che come un’aviaria sta colpendo il popolo dei ROSAINPUGNO; popolo partito per la crociata social-liberista con ben altri generosi intendimenti.

Sempre così questi radicali, con e senza rosa nel pugno: la gente langue in miseria e loro smaniano per la droga libera e per Saddam Hussein che potrebbe subire la pena di morte.
Ah! Ah! quel digiunatore: n’avesse azzeccata mai una.
Celestino Ferraro

4:14 AM  
Blogger celestino ferraro said...

L’ORA È FUGGITA (canta Mario Cavaradossi)

Ma che bravo questo Francesco Giavazzi, se la prende puranche con i giornali. Si direbbe che sputa nel piatto in cui mangia.
Quaranta milioni di euro non è una cifra che impressione, ottanta miliardi suonerebbero più minacciosi per l’opinione pubblica. Ebbene sì, ottanta miliardi sono stati somministrati dallo Stato, cioè da noi cittadini, nel 2005, alle esangue casse dei giornali che elargiscono ai giornalisti (iscritti al deprecato Ordine) stipendi da nababbi e pensioni adeguate agli stipendi “nababbeschi”.

Che farà Bersani? Avrà il coraggio d’incidere il bubbone giornalistico che fagocita tutti gli utili dei quotidiani?
Non saranno solo i notai, o i farmacisti, o i tassisti a dover sopportare la liberalizzazione di servizi onerosi per la collettività, speriamo che anche i giornalisti vorranno contribuire ad eliminare certe odiose sperequazioni.

Che dire poi delle stock options? Quanti milioni di euro in un anno fiscale? Cento, mille? Quale sarà il maggior introito per lo Stato? Non è una barzelletta?
Il debito pubblico è al 110% del PIL, tre milioni di miliardi di vecchie e deprecate lire, lo curiamo con le aspirine? O con le stock options giustamente tassate agli aventi diritto?
Fumo di Londra avremmo detto se a Londra il fumo fosse ancora una peculiarità della metropoli. Invece no, anche il Tamigi è ritornato pescabile e, di fumo, a Londra, neanche il puzzo.

Facciamoci seri, maiora premunt, e non saranno i tassisti o i farmacisti o i notai a rimpinguare le casse di uno Stato spendaccione e dissipatore. La cinghia ha più di un buco: stringersela si deve. Se vogliamo recuperare seriamente l’onestà perduta, da tutti.
Ma convengo che bisognava pur cominciare, un viaggio lunghissimo inizia sempre col primo passo: e “chi ben comincia è alla metà dell’opra”. Ma se comincia bene.
Celestino Ferraro

12:36 PM  
Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

1:36 AM  
Anonymous Anonymous said...

good start

1:42 AM  
Anonymous Anonymous said...

necessita di verificare:)

1:55 AM  

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