Thursday, June 29, 2006

“Senza nulla a pretendere”

Il caldo e l’eccesso di frequentazioni post-comuniste nel Corriere della Sera deve aver dato alla testa dell’ex ambasciatore Sergio Romano. Che, incurante del ridicolo, teorizza la necessità che l’opposizione del centro destra sostenga il centro sinistra in difficoltà in nome di un non meglio identificato senso di responsabilità nazionale. Sergio Romano, che in questo caso torna a fare l’ambasciatore (ovviamente del Mieli-pensiero), non ha mai teorizzato l’equivalente negli anni del governo di centro destra. A suo parere il senso di responsabilità spetta per definizione alle forze moderate ma non può essere mai richiesto a quelle di sinistra. [leggi per intero]

1 Comments:

Blogger celestino ferraro said...

PARLARE A NUORA PERCHÉ SUOCERA INTENDA

Dopo la bagarre scatenatasi al Senato, e il lancio violento del regolamento contro il Presidente Marini, sarebbe d’uopo che i maestri politologi delle scuole di sinistra, che da più lustri si esercitano nell’insegnamento dei basilari della democrazia, si sperimentassero nel rinnovare quelle trattazioni moralistiche che gli egregi politicanti delle sinistre non hanno ancora ben idealizzato per applicarle materialmente nel dibattito parlamentare.

Il gesto di stizza – il lancio del fascicolo verso la presidenza – da parte del senatore Lucio Malan, di Forza Italia, e il malore patito dal senatore Schifani capogruppo al Senato dello stesso partito, richiamano alla mente scene già recitate in Senato quando Meuccio Ruini, presidente, ai tempi della “Legge Truffa”, 1953 (cinquantatré anni fa), si scansò appena in tempo dal lancio di un grosso tomo che stava per colpirlo in piena testa.
Lancio effettuato da un senatore intemperante della sinistra che intendeva protestare contro colui che, secondo lo slogan coniato dai socialcomunista in Parlamento, era il fautore responsabile della “Legge truffa” programmata nei confronti della democrazia vagheggiata dalle sinistre.

Erano i tempi gloriosi in cui la nostra democrazia, bambina, balbettava i rudimenti di quella che sarebbe divenuta poi una proterva signora cui antifascismo, resistenza e consociativismo, offrirono i fondamentali per una democrazia ad usum delphini: incompiuta, anchilosata ed oligarchica.

“Nil sub sole novum”, insegna l’Ecclesiaste considerando l’eterno ripetersi delle cose della vita, ed è sciocco indignarsi, culturalmente, per amor di parte, quando certi avvenimenti colpiscono l’immaginario collettivo suggestionati dai maestri che ottundono gli accadimenti della storia e pontificano Savonarolianamente.

Bisognerebbe rammentare la storia a coloro che alternativamente montano in cattedra per deprecare questo o quell’accadimento sgradito; e non perché il fatto nella sua consistenza non sia deprecabile, ma perché è pratica di chi vince essere prepotenti come Brenno, dimenticandosi delle lezioni moralistiche insistentemente predicate.
La morale politica è duttile e malleabile e si presta ben volentieri alla Sottile manipolazione del vincitore. Sarebbe già una soddisfazione se lo ricordassero i miei amici del centrodestra: anche politicamente si parla a nuora perché suocera intenda.
Celestino Ferraro

9:50 AM  

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