Friday, October 07, 2005

Berlusconi, DellaVedova ed il Dna della Cdl

Romano Prodi ha sbattuto la porta in faccia a Marco Pannella ricordando come i radicali lo abbiano sempre contrastato quando era Presidente della Commissione Europea e sottolineando che senza intesa programmatica nessun alleanza sia possibile tra Unione e pannelliani. Nello stesso giorno Silvio Berlusconi ha tenuto a battesimo la nascita dei Riformatori Liberali di Benedetto Della Vedova, Marco Taradash e Peppino Calderisi ed il loro ingresso ufficiale nella Casa delle Libertà. La concomitanza dei due avvenimenti è casuale. Il loro significato politico, invece, è fin troppo preciso. [leggi per intero]

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Berlusconi si è reso conto che la sua casa della libertà, di liberale non ha proprio nulla... (giusto per fare un paio di esempi: appesantimento delle condanne per uso di droghe leggere e legge 40)
A questo punto, quando i pochi liberali che abitavano nella "Casa" scappano, Berlusconi prova a rimediare inventandosi un Partito Socialista ed uno Radicale nel Centrodestra.
D'altronde dal cavaliere "tricologato" c'era da aspettarselo. Non c'è che dire, sin da quando era sulle navi a cantare non ha mai smesso di fare Cabaret.

9:01 AM  
Anonymous Anonymous said...

Mi chiedo quali siano i liberali in fuga dalla CdL. In realtà vedo nuovi liberali che chiedono cittadinanza politica al Polo, come il nuovo PLI o i Riformatori Liberali.
Due domande:
1) I liberali che tu definisci in fuga, cercano nuove spiagge nell'Unione (nota forza politica liberale)?
2) Puoi definire cabarettista chi ammette di essere stato costretto a politiche proibizioniste da certi alleati di governo, pur avendo nei programmi di partito linee liberali?
Io lo definisco onesto.

Speriamo che grazie a questi nuovi acquisti gli alleati proibizionisti riducano il loro peso.
Certo pensare di ripartire dall'Unione sbandierando principi di liberalismo è francamente ridicolo. Vedi la fine che sta facendo l'ingenuo Pannella.

6:15 AM  
Anonymous Anonymous said...

Mi riferisco al primo commento.

Solita incredibile confusione: essere antiproibizionisti non è essere liberali, ma libertari.

Dubito fortemente che Benedetto Croce avesse mai dedicato una sola riga al consumo di droga.

un saluto al direttore, frattanto.

watergate

1:21 PM  

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