Friday, June 09, 2006

La marcia del gambero del Professore

L’inquietudine suscitata dall’intervista di Romano Prodi al “Die Zeit” non dipende dall’arroganza messa in mostra dal presidente del Consiglio. E neppure dalla sua bizzarra pretesa di considerarsi il salvatore della patria minacciata da sessant’anni di invasione di alieni berlusconiani. Chiunque abbia seguito la storia politica del leader dell’Unione sa bene che sotto l’abito del buon prevosto batte un cuore di stampo napoleonico. E che il peccato più grave di cui il Capo del Governo deve quotidianamente pentirsi è quello della superbia mascherata da ipocrita umiltà. Ciò che veramente inquieta e preoccupa, invece, è l’idea che il presidente del Consiglio dimostra di avere della società italiana. [leggi per intero]

4 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Meno male che il Prof. aveva promesso la felicità per tutti gli italiani...

10:10 AM  
Anonymous Anonymous said...

Caro Arturo, siamo davvero sicuri che il professore non le abbia veramente dette quelle cose?

Come ho già avuto modo di scrivere sul mio blog www.forzaitaliablog.splinder.com
delle due l'una, non si scampa:

- o i tedeschi lo considerano zero e scrivono quello che pare a loro

- o ha detto sul serio quelle cose rendendosi poi conto di averla fatta grossa e ritrattando.
E per questa seconda ipotesi ci fanno propendere:
a) i tedeschi che non sono gente poco professionale, ciarlatana che si permettono di cambiare le interviste. Sono rigorosi e precisi per natura.

b)Vi ricordate quando prodi, durante il secondo confronto con Berlusconi, smentì di aver mai detto dall'annunziata la cosa circa la casa da 80 metri quadri in periferia? ecco..

P.S. Riguardo alla felicità vi consiglio di vedere (c'è anche sul mio blog) il video che trovate su siti video quali youtube e googlevideo intitolato "i sermoni di un pacifico curato" riguardante il discorso farneticante di prodi sulla felicità e sul fatto che siccome chi è ricco spesso è triste e siccome lui vuole la gente felice..."di queste cose bisogna pur tenerne conto".
In sostanza: ti voglio felice e quindi ti tasso.

Child23

8:13 PM  
Blogger celestino ferraro said...

DAL TRAMPOLINO COME GREG LOUGANIS (dal domenicale di Eugenio Scalfari)

L’idea del tuffo da un alto trampolino, con pubblico nell’attesa del lancio, che sghignazza in faccia al malcapitato che ha paura di esibirsi, è buona, ma non tanto per lo smacco che si vorrebbe evitare agli incauti e sprovveduti spettatori, quanto per la spruzzata d’acqua che li bagnerebbe infradiciandoli. Cosa non molto gradita se si è asciutti e vestiti.

I prodi atleti vorrebbero risparmiarsi brutte figure, nel frattempo giocano a rubapoltrone: De Gregorio, il dipietrista dei VALORI, frega la Lidia Manapace, D’Alema se ne va in Iraq fra i militari italiani inseguendo Parisi che l’ha preceduto, Bertinotti si becca il ripicco del generale in quiescenza, Diliberto si busca il vaffankulo dal fratello del morto che è morto guerreggiando inutilmente sull’Eufrate, Giordano impone chiarimenti alla plurimipetala Margherita, mentre l’Italia Costituzionale, quella avanzata, ripudia la guerra in un mondo che muore di guerra e di fame.
Sembra d’essere tornati ai tempi della sopraffazione di Atene sui Melii dove dominava il “sympheron”, l’utile e non il “dikaion”, il giusto.

Restiamo nell’attesa del taumaturgico intervento di Padoa-Schioppa che, con una manovrina da 7-10 miliardi di euro, raddrizzerà i conti riportando il deficit al 4 % e, nel contempo, scoprirà rituali cabalistici che stimoleranno la crescita e la competitività.
Diciamo che, a differenza di qualche lustro fa, “il cavallo che non voleva bere” (l’economia italica), oggi è in arsura e vuole abbeverarsi alle fresche fonti prodiane. Mortaretti e schioppettate come alla festa del Patrono. FIAT voluntas Dei.

Pannella digiuna non per protesta ma per cultura (lo hanno depauperato di 4 senatori), e definisce Satyagraha la sua sceneggiata: e guai a definirla protesta. Chissà quante altre mene, quanti intrighi si recitano fra le quinte che al pubblico non giungono ... per oziosità patria.
Diciamo che il bello deve ancora venire o, se si preferisce, al peggio non c’è mai fine. Un pleonasmo d’abbellimento.

Però la domenica è il giorno del Signore: è gratificante leggere il giornale e trovarci le preclari firme che ci delucidano sul troppo e sul vano che la nuova «magnoranza» (dal napoletano magnare) vuol togliere al popolo sovrano.
Memento Audere Semper era il motto dannunziano sul Carnaro: «Si spiritus pro nobis quis contra nos?» “Se lo spirito è per noi chi sarà contro di noi”? Esorta lo spiritista Prodi che di spiriti è il mentore.
Celestino Ferraro

11:56 AM  
Anonymous Anonymous said...

Caro direttore,
mi piacerebbe conoscere la sua opinione sul mio ultimo post. L'argomento è difficile: Berlusconi ha esaurito la sua missione politica? Secondo me sì, ahimé.

Domenico
www.ilmegafono.net

3:03 AM  

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